Dalla salute dei mari, degli Oceani dipende anche il nostro benessere. Eppure le distese blu del pianeta sono minacciate da tanti gravi pericoli. Ecco perché si festeggiano le giornate in loro onore.
Dopo l’8 giugno con il World Ocean Day è la volta dell’8 luglio, in cui si celebra la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo (che letteralmente significa “in mezzo alle terre”), un’ occasione ideale per celebrare le meraviglie del “Mare nostrum” (così lo chiamavano i romani). Ma prima che il viaggio inizi, dobbiamo anche parlare dei problemi che oggi affliggono uno dei mari in grado di accogliere il maggior numero di specie viventi in tutto il pianeta.
Sì, perché le acque in cui è presente circa l’8% delle specie marine mondiali devono fronteggiare il cambiamento climatico, l’incontrollato sfruttamento ittico e soprattutto l’inquinamento crescente. Un dato su tutti, reso noto dal WWF, rende l’idea della complessità della situazione: ogni sessanta secondi finiscono nel Mediterraneo più di 33mila bottiglie di plastica, per un totale di 570mila tonnellate all’anno. Cifre spaventose che sono destinate a peggiorare a meno di drastici interventi risolutori. E nel “Mare nostrum” lo scenario è tra i peggiori al mondo visto che si tratta di un bacino parzialmente chiuso dove gli scambi d’acqua con l’Oceano Atlantico sono minimi.
Chi stabilisce le giornate mondiali
La giornata dell’8 luglio viene istituita nel 2014 grazie alla collaborazione di Earth Day Italia, ANCIS-LINK, ASC-CONI e con l’apporto fondamentale della Marina Militare Italiana.
Le giornate mondiali sono frutto del lavoro di molte associazioni senza scopo di lucro, come ONG, ONLUS, ecc. e dell’ONU. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha designato specifiche giornate per ricordare e promuovere eventi e iniziative particolari. L’istituzione di queste ricorrenze passa anche dai governi dei singoli paesi: come disegno di legge o con una raccolta di firme capace di trasformarsi in proposta politica.
Non tutte le giornate mondiali sono istituite da ONU e governi. I social hanno la colpa (o il merito) di aver reso popolari giornate dedicate ai temi più disparati e non ufficiali con un semplice clic, un hashtag o un video virale. Qualche esempio? La giornata del community manager, del bacio, il blue Monday o il Star Wars Day e tante altre.
Il Mar Mediterraneo, inoltre, è un mare ricco di storia, cultura, bellezza e biodiversità. Purtroppo da molti, troppi anni, il Mare Nostrum viene tristemente nominato, per tutti coloro che in quel mare hanno perso la vita. Donne, uomini e bambini che hanno tentato di attraversarlo, in fuga dalla guerra o dalla fame e ne sono stati inghiottiti.
Rimane il significato fondante della Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo che resta legato all’ambiente, dato che lo sfruttamento delle risorse naturali sono all’origine anche delle povertà, delle guerre e delle migrazioni che ne conseguono, provocando disuguaglianza e discriminazione.
Il Mediterraneo è l’habitat di oltre 12mila specie, tra il 4% e il 12% della biodiversità marina mondiale. Ma anche uno dei luoghi più minacciati dell’intero pianeta, data la presenza di migliaia di rifiuti che vi si stabilizzano ogni anno. Uno studio afferma che l’Italia è nella Top3 dei Paesi che riempiono di plastica il Mediterraneo, con 34mila tonnellate di rifiuti ogni anno, assieme a Egitto e Turchia. Le previsioni sono catastrofiche: la quantità di plastica nel Mediterraneo è destinata a crescere del 4% ogni anno.
Ricordando che il mare NON è una fonte inesauribile, sono numerosi i progetti e le associazioni che si occupano di vigilare, monitorare e gestire l’impatto dei rifiuti plastici sulla biodiversità, tuttavia, il lavoro da svolgere è ancora ingente e la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo ha proprio questo obiettivo.
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Giornalista e conduttrice televisiva. Ha collaborato con diverse tv nel panorama regionale tra le quali TelespazioTv e Telemia. Attualmente collabora con l’emittente ReggioTv con all’attivo numerosi servizi come inviata dal catanzarese. Nel 2016 ha conseguito l’attestato per aver partecipato al corso di “linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo”. E’ anche presentatrice di eventi.