Serata dedicata a Saverio Strati e, in particolare, a quello che fino a un anno fa era stato il famoso INEDITO dello scrittore di Sant’Agata del Bianco. Inedito perché rifiutato, nel 1991, dalla Mondadori, che, avendo cambiato proprietario e quindi gestione, aveva cambiato anche linea editoriale: privilegiava una letteratura più commerciale e più consolatoria.

È stato grazie all’editore Rubbettino, coraggiosamente impegnato da qualche anno nella ripubblicazione dell’opera omnia dello scrittore, che l’inedito TUTTA UNA VITA ha visto la luce donandoci un’ulteriore e più raffinata conferma delle straordinarie capacità di Strati di cogliere l’autentico, quanto silente, dinamismo evolutivo della società calabrese e le profonde inquietudini che in vario modo travagliano i suoi figli. Il tempo cronologico, dunque, che diventa tempo dell’esistenza. Quel tempo dove negli accadimenti non si fatica a ravvisare L’UOMO in senso universale, fuori da limiti geografici o ambientali. 

È dagli inizi del secolo scorso che l’opera di Strati squarcia il velo del consolidato stereotipo di un Sud irredimibile nella sua staticità e nella sua arcaica arretratezza, mostrando invece di esso il dinamismo sofferto e combattivo del “pensiero”. Quel pensiero che ha guidato le masse nella ricerca delle soluzioni dignitose da opporre allo sfruttamento dei ricchi, alla carenza lavorativa, alla subalternità e dipendenza sociale. E l’emigrazione divenne indipendenza, prima, e opportunità, poi, di affermazione e proiezione in un futuro di cui finalmente si potevano delineare i contorni.

Il realismo umanistico di Strati (lo scrittore che Vittorini, in Italia, e  ilgrande critico Finn, in America sul New York Times,  definirono rivoluzionario) consisteva esattamente nell’ aver colto, accanto alla dimensione sociale, la dimensione umana, per nulla schiacciata dalla subalternità socio- economica, anzi, da questa sospinta verso un’idea di difesa e salvaguardia non solo di diritti, ma di dignità umana. È su questa scia che l’uomo del Sud si muove, nella propria terra e nel mondo, forte dei valori della sua storia antica, e prudentemente aperto ad accogliere un “nuovo” che non lo snaturi, e che comunque sia filtrato da quel “pensiero” che continua a permanere parte connotativa del suo essere. Una parte connotativa che troviamo particolarmente vibrante e illuminante nell’ultima opera dello scrittore, TUTTA UNA VITA, appunto, nella quale l’esistenza, non più condizionata dal bisogno economico, si avvolge intorno ai fili del senso delle cose e delle azioni, nella ricerca di un’armonia tra sè e il mondo. Quel mondo ricco di stimoli creativi e di pensiero, ma povero di relazioni umane compiutamente soddisfacenti.

Un cammino difficile, quello del protagonista, nella ricerca di un equilibrio che dopo tormentate peregrinazioni di pensiero, torna al punto originario e alle sue responsabilità, ossia a se stesso.

È un romanzo che apre luminose finestre sull’uomo e le sue infinite possibilità. Un romanzo da assorbire goccia a goccia, e col quale misurare le proprie convinzioni e le proprie fragilità nella ricerca di punti che le mettano in comunicazione attiva tra loro. Un romanzo a cui, senza dubbio, spetta di diritto un posto tra le opere più significative della letteratura universale.