Suggestiva e straordinaria, la processione che ha avuto luogo l’ultimo sabato di ottobre e che si svolge, dopo la santa messa, l’ultimo sabato di ogni mese, presso il santuario diocesano di Nostra Signora dello Scoglio, opera mariana fondata da Fratel Cosimo da oltre mezzo secolo. Compostezza, silenzio, riflessione, intensa preghiera, sono le caratteristiche del santo luogo mariano, privilegiato per la riconciliazione con il Signore. Sono, infatti, innumerevoli le confessioni che si registrano al santuario ubicato in Santa Domenica dove, sabato scorso, è stata celebrata, come ogni anno, la giornata diocesana di preghiera per la salvaguardia del creato. A presiederla, come sempre, il vescovo della diocesi di Locri – Gerace, monsignor Francesco Oliva, che ha illuminato tutti con una toccante omelia. Nel corso del pomeriggio di preghiera, Fratel Cosimo ha effettuato una evangelizzazione e ha elevato al Signore una preghiera di intercessione, per la guarigione dei malati e dei sofferenti. Al termine della giornata, il coordinatore generale del santuario, dott. Giuseppe Cavallo, ha annunciato che sabato 3 dicembre, si svolgerà un incontro di preghiera presieduto dal successore degli Apostoli. Di seguito, riportiamo la catechesi proclamata da Fratel Cosimo, dopo aver invitato tutti a recitare un’Ave Maria alla Madonna, il cinque novembre u.s.: “Cari fratelli e sorelle, convenuti in questo Santuario mariano, in occasione della Giornata diocesana di preghiera per la salvaguardia del creato, a tutti voi rivolgo un saluto di pace e di ogni bene nel nome del Signore. Nel Prologo di S. Giovanni Evangelista al v. 3 vi leggiamo: “Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”.
Quindi, la madre terra è una creatura di Dio, sulla quale l’uomo e la donna vi abitano per un tempo molto limitato. Il poverello di Assisi nel Cantico delle Creature innalza la sua lode a Dio dicendo: “Laudato si, mi Signore, per sora nostra madre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba”. Oggi, purtroppo, noi uomini e donne, appartenenti al genere umano, invece di ringraziare e lodare Dio con S. Francesco per il grande dono della madre terra, non la rispettiamo, ma la oltraggiamo, la facciamo gemere e soffrire a causa degli interventi dell’uomo senza controllo e attraverso i quali la portiamo verso la distruzione. Consentitemi di poter dire: l’uomo oggi se non viene educato a rispettare la natura, tutto il creato, il proprio ambiente, è veramente la rovina assoluta del nostro pianeta terra. Forse noi uomini non ci rendiamo conto dell’immenso bene che Dio ci ha dato, e per questo non facciamo altro che sporcare e danneggiare la bellezza del creato. Dovremmo avere la capacità di comprendere tutto il male che causiamo alla meravigliosa e incantevole creazione di Dio, ogni qualvolta che deturpiamo la natura. Quanto sarebbe bello ammirare, gustare la magnificenza del creato e allo stesso tempo vivere in armonia con esso, proprio come facevano i Santi di ieri, e anche quelli di oggi.
Quindi, se l’hanno fatto i Santi perché non possiamo farlo anche noi? Perciò oggi, in questa giornata dedicata alla cura del creato, vogliamo pregare affinché l’uomo ami e rispetti la natura, dono grande di Dio per il bene dell’umanità. E con questi sentimenti e propositi vogliamo ora accogliere e metterci in ascolto, come fece la Vergine Maria di Nazareth, della Parola del Signore, tratta dal Vangelo di Luca c. 20 dal v. 36 al v.38: “In quel tempo disse Gesù: Infatti i figli non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”. Fratelli e sorelle, oggi, nell’era moderna in cui viviamo, molti fanno fatica a credere in un’altra vita, cioè in una vita ultraterrena, migliore di questa. Ma specie noi che ci diciamo cristiani, dovremmo essere nella vita quotidiana, nel mondo, nella società, testimoni della risurrezione, testimoni che proclamano con certezza di fede che il nostro Dio è il Dio dei viventi e non il Dio dei morti.
Difatti, dichiara, afferma la Parola di Dio nel Salmo 29 v. 10: “Non è colui che scende nella fossa che mi glorifica ma colui che vive”. Quindi il nostro Dio è il Dio dei vivi, cioè di chi già oggi è davvero vivente sulla terra e allo stesso tempo impegnato nella vita, per migliorare la situazione dell’umanità. Quella vita diremmo, che non può assolutamente finire se vogliamo, e sapete perché? Perché è la stessa vita di Dio, vita che continua al di là della morte fisica. Tenendo dunque, in considerazione i versi del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato, ciascuno di noi si domandi: Io credo fermamente nella risurrezione dei morti? Mi sento veramente figlio o figlia della risurrezione? Ciascuno di noi si dia la propria risposta. La nostra risurrezione è certa miei cari, non vi è dubbio alcuno, e vi dico subito perché: perché certa è la risurrezione di Gesù Cristo. Quando Dio, mediante il suo spirito, risuscitò Gesù dai morti, risuscitò anche noi e tutti coloro che credono in lui, come afferma la Lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini c. 2 v. 6: “E ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Gesù Cristo”.
Fratelli e sorelle, teniamo sempre presente una cosa: la speranza del vero credente non delude mai perché non risiede nelle cose del mondo, ma nel Dio vivente, che opera tutt’ora. Per questo tutti i discepoli di Gesù, compresi noi, sono e siamo chiamati a vivere come figli della risurrezione, cioè figli della vita eterna in Dio. Noi dunque, possiamo rallegrarci sin da ora, perché Gesù Cristo è la nostra risurrezione e anche la nostra vita. E non dimentichiamoci mai, nel cammino della nostra esistenza sulla terra, che i veri credenti sono amici di Dio e testimoni di pace. Voglia la Vergine Santissima, Nostra Signora dello Scoglio, Madre di tutti i credenti in Cristo suo Figlio, aiutarci a mantenere sempre salda la nostra fede nel Signore Gesù, oserei dire il primo Figlio della risurrezione, affinché un giorno anche noi come lui risorgeremo, per vivere alla presenza di Dio una vita che non avrà mai fine. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo!”
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