Mi chiamo Mohamed Alokla, sono nato il 20 giugno del 1976 a Kabr Elsett (in Siria) dove ho trascorso la mia infanzia insieme ai miei 10 fratelli e le mie 2 sorelle, seguendo le orme di mio padre. Ho lavorato come muratore per poi spostarmi a Damasco ed iniziare gli studi sulle religioni. In seguito, qui, sono stato impegnato nel servizio obbligatorio di leva per due anni e mezzo. Il matrimonio con Amai il 10 settembre del 1999 e i nostri 5 figli rappresentano un momento felice della mia vita. Ma, quando nel 2011 inizia la guerra. mi ritrovo subito coinvolto come volontario per aiutare le persone ferite dalle bombe finché un terribile incidente alla schiena mi provoca forti dolori e difficoltà a camminare. La decisione è ormai obbligata lasciare la Siria e spostarmi con la mia famiglia in Libano Nel 2016 con l’UNHCR si è prospettata la possibilità di venire in Italia ed essere inserito nel progetto di accoglienza dell’Eurocoop Servizi “Jungi Mundu”, a Camini, dove ho subito vari interventi che hanno migliorato la mia condizione.
Qui ci siamo sentiti a casa e abbiamo scelto di restare per creare il nostro futuro. La passione per la fotografia mi accompagna da quando ero bambino e sbirciavo il mio vicino d1 casa usare la sua macchina fotografica. Con il tempo anche io ho potuto comprarne una tutta mia e durante il periodo della guerra ho potuto documentare ciò che succedeva intorno a me. Oggi posso dire di aver perfezionato tanto la mia tecnica fotografica grazie a diverse opportunità che mi ha dato il Progetto di Accoglienza, come il laboratorio di fotografia con Celestino Gagliardi (operatore Eurocoop), il tirocinio formativo con il fotografo Oreste Montebello e nel 2021 la partecipazione al Progetto «Sguardi incrociati » promosso dall’UNAR. Sento che con la fotografia posso contribuire a dare giusto valore ad ogni singolo momento per bloccarlo nella memoria personale e collettiva. Ogni giorno imparo qualcosa e sono felice d1 poter comunicare con i miei scatti sentimenti sul volto umano, la bellezza in tutte le sue forme, la vibrante confusione delle stradine acciottolate di un borgo che profuma di multiculturalità.
(Fonte Diocesi Locri – Gerace)
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