Una giornata di condivisione, ma anche di festa per alcune famiglie di immigrati che stamani hanno pranzato con i volontari della Comunità di Sant’Egidio della parrocchia di Santa Maria Goretti.
Un momento di convivialità condivisa che ha visto impegnate le varie realtà presenti in parrocchia coinvolte dalla comunità di Sant’Egidio e che ha registrato la mobilitazione di molte persone “all’insegna della fraternità e dell’amicizia”.
Questo, a partire dalla data scelta dalla comunità di Sant’Egidio: il giorno che la Chiesa dedica a Cristo Re. “Questo – ha sottolineato il parroco, monsignor Giuseppe Angotti – è stato il nostro modo di vivere la fraternità, al di là dell’etnia e della religione di appartenenza perché siamo tutti fratelli in Cristo ed apparteniamo alla grande famiglia umana”.
Ed è stato proprio partendo da ciò che la comunità di Sant’Egidio di Santa Maria Goretti ha promosso questa giornata coinvolgendo famiglie nigeriane, marocchine, ed una famiglia ucraina, in Italia da due mesi perché in fuga dalla guerra, mettendosi in rete con altri gruppi che operano nella parrocchia (Famiglia, Apostolato della preghiera e Santa Marta) e che si sono impegnati per far sì che il pranzo si trasformasse in una vera e propria festa che ha permesso di creare relazioni nuove e dove tutti si sono sentiti a casa.
E quella vista oggi a Santa Maria Goretti è stata “una Chiesa in uscita – come ha detto monsignor Giuseppe Angotti – che sa essere inclusiva non a parole, ma con i fatti nel pieno rispetto inclusivo di tutti”, compresi i tanti bambini, tra cui alcuni piccoli nigeriani che frequentano la “Scuola della Pace” della parrocchia, fortemente voluta dalla “Sant’Egidio”.
All’iniziativa di oggi, hanno preso parte anche Michele Bartolo della comunità di Sant’Egidio di Roma e la responsabile della comunità di Sant’Egidio di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, che, insieme a quella di Lamezia sono le uniche realtà presenti in Calabria.
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