Nei giorni scorsi, presso il GOM di Reggio Calabria è stato eseguito un delicato intervento chirurgico in urologia robotica. Per il pz, rappresenta una tappa importante di un complesso percorso di cure oncologiche che ha visto impegnate l’unità operativa di Urologia, e l’ U.O.S.D. Terapia Intensiva Post Operatoria diretta dal Dr Massimo Caracciolo. L’intervento eseguito dall’equipe urologica diretta dal dr Edoardo Sgrò, con la collaborazione del dr Luca Carbone, dr Ottavio Sicuro, dr Federico Sergi, la preziosa collaborazione del Dr Nicola Loddo e della dr.ssa Maria Francesca Stagno coordinati dal responsabile del reparto di Anestesia e Rianimazione dr Nuccio Macheda, l’instancabile presenza di infermieri, ferristi e tecnici di anestesia presenti in sala operatoria (Paolo Gioffrè, Arcangelo Laface, Angela Saccà, Dario Condello e Vincenzo Trunfio e Giuseppe Pennestri). A loro come a tutti i medici del reparto di Urologia che ha ospitato il pz, infermieri, operatori sanitati e religiosi va la viva riconoscenza del Cardinale Robert Sarah, del Dr. Lorenzo Festicini, Presidente dell’Istituto Nazionale Azzurro e del M. P. Giulio Cerchietti che hanno coordinato tutto il progetto sanitario, per lo svolgimento di un servizio continuo nei confronti dei pazienti provenienti da Paesi in difficoltà economiche.
Nelle dinamiche di una malattia oncologica con effetti futuri non prevedibili la presenza affidabile, professionalmente elevata e generosa dei medici come i nostri ha sempre costituito un punto di riferimento sicuro per il paziente ed i suoi cari. Il paziente che in questa occasione versava in condizioni precarie, si chiama Padre Andrè, di 76 anni, un missionario che esercita il ministero sacerdotale in Guinea (Africa), ha potuto accedere alle cure sanitarie nella Città dello stretto per farsi operare nel rinomato Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. Si, perché l’ospedale vanta professionisti di tutto rispetto, conosciuti a livello nazionale e grazie al loro costante impegno, in tanti decidono di intraprendere un lungo viaggio per farsi operare nella nostra Città di Reggio Calabria. Tutto questo è stato reso possibile grazie all’intervento di mediazione dell’Istituto Nazionale Azzurro in accordo con la Santa Sede che sono riusciti a realizzare in breve tempo un ponte umanitario tra Africa e Italia, unitamente alla Direzione, al personale del GOM e al sistema sanitario nazionale italiano che ancora una volta hanno lavorato in sinergia in una un’attività essenziale per salvare delle vite. Come ha ricordato Papa Francesco: “ I pazienti sentono nella persona del personale medico e assistenziale di avere accanto a sé degli “angeli” che li aiutano a recuperare la salute e nello stesso tempo li consolano, sostengono e con l’aiuto di Dio a ritornare nella loro vita di ogni giorno”. Vale per il mondo sanitario ma vale anche per ciascuno di noi per essere: “silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza”. La prima parola di P. Andrè è stata “Merci” Grazie!. E’ con orgoglio che la ripetiamo a ciascuno dei nostri ottimi medici, alla direzione GOM e a tutti i Membri dell’Istituto Nazionale Azzurro che all’appello di solidarietà fraterna hanno subito risposto: Eccomi.
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