β€œUnum castigabis, centum emendabis”, insegnavano i nostri avi.

β€œColpirne uno per educarne cento”, insegnavano gli avi di qualcun altro.

Spesso le parole suonano diverse ma esprimono il medesimo concetto, ed oggi che un anno scolastico volge al suo naturale termine dovremmo fare il punto, chiederci se un bambino Γ¨ ancora un vaso vuoto o Γ¨ stato riempito e se il fuoco della verde etΓ  Γ¨ ancora acceso.

Cos’è la scuola? Educazione, cultura, rispetto. Un insegnamento con tanti punti che infine formano una retta, una linea evolutiva che deve essere tramandata dall’ adulto al giovane, formando il futuro e lasciando assemblare le menti di individui saggi e liberi, che dagli errori dei padri e delle madri, avranno nuovi e preziosi mezzi per decifrare il domani ed affrontare il mondo.

Ma qualcosa Γ¨ andato storto, ed un anno Γ¨ andato sprecato nella breve esistenza di questi ragazzi… quelli che armati di pistola a β€œpallini” hanno usato la propria insegnante come bersaglio, ferendola nel corpo e nell’orgoglio, e lasciando una ferita aperta nell’istituzione scolastica al cui interno possiamo scorgere il vuoto, un nulla ideologico che non riesce ad imporre e quindi rinuncia.

Il destino Γ¨ scritto per chi agisce per apparire e sconvolgere, mentre il saggio lo piega al proprio volere, lo riscrive per rileggerlo come una poesia che racconta la vita… una fiaba di ieri e di oggi che concorrerΓ  a formare nuove generazioni, un luogo dove ogni ipotesi Γ¨ possibile e il rispetto Γ¨ la risposta a tutto.

Un luogo magico, quella della cultura che cresce e che oggi Γ¨ stato mutilato, a cui sono stati strappati alcuni rami fragili che sono le anime di questi ragazzi, che pensavano ed ancora penseranno, che qualsiasi gesto sia lecito e che la punizione consiste in qualche critica in rete che cadrΓ  nell’oblio alla prossima notizia in tendenza.

Non controllare i giovani significa fallire con se stessi, ed oggi che questi ragazzi hanno realizzato che, nonostante tutto ed a prescindere da qualsiasi azione, nulla puΓ² scalfire quel β€œ9” in condotta che permette la promozione, avranno frainteso l’idea di libertΓ , di rispetto e di comunitΓ .

L’educazione si apprende gratuitamente ma l’ignoranza si paga cara, e questi poveri fanciulli colpevoli solo di avere un guinzaglio troppo lungo, saranno un domani genitori, cittadini e, chissΓ , professori… in un’escalation al ribasso dove un bullo si salva e chi studia viene schiacciato, perchΓ© uno esclude l’altro… e dove il primo per sopravvivere deve emergere nel frastuono dei gesti estremi, la vittima resta l’educazione, quella silenziosa osservatrice che cerca il giusto anzichΓ© la convenienza, scegliendo onestΓ  alla furbizia e fratellanza ai gesti avversi.