di Maria Grazia CarnΓ 

La morte Γ¨ arrivata anche per lui, con discrezione, quell’unica cosa che li accomunava… per lui Γ¨ arrivata presentandosi col nome di un malanno e silenziosa come un sicario, per noi Γ¨ caduta dal cielo in un istante; e di ciΓ² di cui lui non parlava adesso discutiamo tutti.
Caro compagno che hai regalato momenti, e che oggi non ce l’hai fatta ma ci lasci la tua vita intatta, colma di rima come chiodi in testa che non si possono dimenticare, con le parole migliori ripetute all’arrivo della tragica notizia, con il sorriso stampato sui volti mentre cantiamo le tue canzoni.
Ogni bocca Italiana avrΓ , almeno una volta, cantato la sua” lasciatemi cantare”, una canzone terrena fatta di cielo, parole che si incolonnano senza menzogna per descrivere quel sΓ¨ che siamo stati tutti, ed in cui nessuno si Γ¨ mai perduto.
Ora che il tuo corpo si sta intiepidendo, l’orologio di qualcuno batte i secondi calcolando la sua ultima etΓ , mentre nel pensare al suo polso senza musica realizziamo quanto possa essere difficile mutilarsi di un fratello tanto amato.
Ora insegnerai altre musiche perchΓ¨ la morte non spegne, ma Γ¨ l’alba di un ricordo… per non pensarti dentro una fossa sopra cui piangerti, ma come un vento che soffia, come una scintilla sulla paglia, come una luce riflessa sotto la leggera pioggia d’autunno… e quando nella quiete del mattino inizieremo ad ascoltare il tuo lascito, vedremo le stelle che brillano a mezzogiorno e scopriremo che quella fossa non ti contiene, ma siamo noi che ti daremo l’eternitΓ .
Un altro Italiano si Γ¨ spento lasciando un posto vuoto e quel senso di malinconia… ma noi alzeremo piΓΉ forte la tua musica, e guarderemo quello spazio che pieno di note e melodie non sarΓ  mai piΓΉ vuoto.
E con gli occhi pieni di malinconia… Buongiorno Italia!

Ti sei perso