R&P dal Comitato per la comunicazione
Β Ancora teatro al Liceo Scientifico Zaleuco di Locri, guidato dalla Dirigente Carmela Rita Serafino, nell’ Aula Magna della scuola ha visto le varie classi succedersi, per assistere allo spettacolo βIl Mare non bagna il Sudβ con Enzo de Liguoro e sua figlia Alessandra. L’ intento Γ¨ stato quello di condurre i ragazzi nell’ idea di “Shoah”, nel significato di β distruzioneβ, che non Γ¨ solo quella perpetrata nei confronti degli Ebrei, durante la seconda guerra mondiale, ma anche quella incarnata nella quotidianitΓ , attraverso tanti eventi che sono avvenuti e avvengono, ancora, nel nostro Sud, come Γ¨ stato sottolineato dallo stesso de Liguoro:
βLo spettacolo βIl Mare non bagna il Sud’, inteso come sud del mondo, vuole approfondire, – ha affermato lβattore – in modalitΓ teatrale, l’ uso della parola βdistruzioneβ nel nostro tempo, che puΓ² essere riferita, ad esempio, alla cattiva informazione, all’ inquinamento ambientale, ma soprattutto alla guerra eΒ al non fare memoria. Nei giovani si vuole seminare una riflessione ad ampio raggio di questo: ben venga la memoria, che fa da punto di riferimento, ma accanto a questo si deve riflettere sui perchΓ© di ciΓ² che Γ¨ accaduto ed evitare che non avvenga piΓΉ. Quindi, non solo storia, non solo racconti, come scambio di idee, ma anche discussioni su possibili soluzioniβ.
Lo spettacolo ha visto de Liguoro prestare le sue capacitΓ recitative, per dare vita a personaggi – chiave, legati a diverse situazioni, calate nella realtΓ del Sud, paradiso, ricco di storia e civiltΓ , ma che continua a subire tante βdistruzioniβ, a cui ancora non si Γ¨ trovato un modo di evitarle. Il tutto ricamato dalla straordinaria voce a cappella della figlia Alessandra. Si Γ¨ iniziato con il personaggio dell’Interratore, che attraverso un monologo, in perfetto stile romanesco, ha sottolineato ciΓ² che puΓ² causare la mala informazione, come la stampa puΓ² falsare le notizie, innescando un’escalation distruttiva nei confronti delle persone, oggetto di notizia. A seguire, il personaggio di Amedeo, estrapolato dall’ opera di Eduardo De Filippo βNapoli Milionariaβ, che ha messo in evidenza come tante famiglie del Sud, durante la seconda guerra mondiale, vivevano di espedienti. Ma questo, spesso, li portava, loro malgrado, a distruggere il fulcro stesso della famiglia, costruito sull’ unitΓ , il rispetto, la collaborazione, perchΓ© vittime della prepotenza militare, anche se vincente. E, poi, Anna Maria Ortese, dalla voce di Alessandra De Liguoro. Fu una scrittrice, autrice, nel 1953, della raccolta di novelleΒ Β Β βIl Mare non bagna Napoliβ, caratterizzata da un pervasivo senso di disperazione e di rovina, rievocando le difficili condizioni della Napoli dell’ immediato dopoguerra. E che dire del pentito di giustizia, con lo pseudonimo di βSandokanβ che, attraverso una ipotetica intervista, ha confessato, con diabolico orgoglio, le varie posizioni, in terra di Calabria, dove sono stati sepolti contenitori di scorie radioattive, negli anni ottanta e novanta. Un polveriera, che potrebbe scatenare una vera βdistruzioneβ ambientale.
Nel momento, poi, di dare voce al personaggio di Armando, superstite nel campo di concentramento di Mauthausen, de Liguoro ha preferito raccontare la sua storia e la sua esperienza da deportato, di come portasse la sua testimonianza nelle scuole e di come facesse da guida alle persone che andavano a visitare il campo.
Venuto a mancare poco tempo fa, Γ¨ stato dedicato a lui lo spettacolo. Ed infine, sulla βdistruzioneβ, portata dalla guerra, un antico riferimento, risalente alla guerra di Troia: Ettore, l’eroe troiano, che cercΓ² una soluzione al conflitto, parlandone con il fratello. Insomma, un lavoro teatrale, ben fatto e curato, che ha saputo coinvolgere i ragazzi presenti, facendoli immergere nella realtΓ della βShoahβ, declinata in varie epoche, con diverse facce, con diversi intenti, ma tutti con lo scopo di βdistruggereβ e non di costruire il Sud, in cui il mare sembra sfiorarlo delicatamente, ma che, da un momento all’ altro, potrebbe ingoiarlo in maniera catastrofica, senza ritorno, se non si corre ai ripari attraverso una soluzione decisa e risolutiva.
Si potrebbe iniziare non permettendo ai talenti e alle eccellenze di essere sradicati dalla propria terra, per essere impiantati al Nord, a portare quella linfa culturale, che finirebbe, solamente, a muovere gli ingranaggi delle grandi multinazionali, per un ulteriore profitto, lasciando il meridione, sempre piΓΉ, al Sud del mondo. βIl problema del Sud non Γ¨ la mancanza di risorse.
Il problema Γ¨ proprio lβopposto: ci sono troppe risorse, mal distribuite, che non vengono utilizzate per fini di sviluppo, a beneficio della collettivitΓ , ma per gli interessi di pochiβ (Sergio Rizzo)
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