di Maria Grazia CarnΓ
Con la giornata di ieri si conclude il sodalizio artistico dei fratelli Taviani, al secolo Paolo e Vittorio, di loro resteranno venti film, ognuno dei quali rappresenta un gradino verso il firmamento dei grandi registi Italiani e del mondo.
Autori di un cinema poetico che non cβΓ¨ piΓΉ, unβarte che si indebolisce in chi li ha conosciuti apprezzandoli e che si Γ¨ diradata fino quasi a scomparire nelle nuove generazioni.
Eppure riguardando le loro opere ancora si palpa quel sodalizio tra poesia e impegno, espressioni dissimili che richiedono la medesima forza e che, pur utilizzando mezzi differenti, vogliono raggiungere uno scopo comuneβ¦ cercare quei tasselli che compongono il manto sociale e risolvere lβenigma unendoli, per formare una certezza filosofica.
In loro il cinema era un comunicatore libero, capace di scindersi dalla norma e di essere lui stesso la moda, un animale metaforico senza catene che in base ad un volere superiore, sapeva essere docile come un cucciolo o mordace per lasciare il segno.
Opposti distinguibili mai in conflitto, incantatori come la pioggia che scroscia sotto il sole, Vittorio e Paolo, in accordo su tutto pur restando se stessi. Uniti da quellβunico vizio che non sapevano smettere, una droga che esplode nella mente e addormenta il pubblico dalle loro viteβ¦ il cinema.
Da ragazzi la cultura classica si era impossessata di loro, mentre raggiungevano Livorno in bicicletta, assieme per la vita, evocando Turgenev e Tolstoj tra le voci dei passanti che osannavano il calciatore del momento.
Forse per questo il confronto / scontro tra lβindividuo e folla, elemento sempre centrale nelle loro opere, che sin da subito si spingono nella necessitΓ rivoluzionaria di un ideale facendolo strabordare nel peggior eccesso reazionarioβ¦ per scavalcare quel limite imposto dal neorealismo, e superandolo, imbroccare la strada tortuosa di una narrazione esistenziale intrisa di riflessioni politiche.
Nelle loro pellicole scorrono le perenni diatribe che vedono duellare gli opposti, come in esse avessero raccontato anche se stessi, due artisti inseparabili che per un lungo periodo si seppero odiare come solo due fratelli potrebbero.
E tra ideali pubblici ed il conforto del privato, hanno donato ai posteri esempi di passati storici che rivivranno nellβeterno presente.
UnβArte che riesce a mostrare le proprie stratificazioni, ma senza osteggiare quellβutopia che trattiene il mondo dal liquefarsiβ¦ e mentre la barca che viaggiava la loro vita si scorge in lontananza da una finestra, con un passaggio immediato dal presente al passato, rispolvera da una spiaggia ogni loro opera, perchΓ© non sprofondino tra le sabbie del tempo e che, avvolte dalle meste e sublimi note mozartiane che tanto adoravano, possano entrambi sfumare in un sogno lungo quanto un loro film.
Gli addii per sempre sono sempre i più rapidi⦠e chi svanisce rimane diviso in piccoli pezzi da rivedere come film.
Maria Grazia CarnΓ Γ¨ nata a Catanzaro e vive a Camini, un piccolo borgo in provincia di Reggio Calabria, dopo gli studi superiori presso lβIstituto Maria Ausiliatrice di Soverato perfeziona la sua istruzione presso la facoltΓ di Farmacia di Pisa.
Lavora nel settore per cui ha studiato fin da subito, alternando i suoi impegni con volontariato e alcune passioni irrinunciabili.
Scrive per la testata online Incipit Sistema Comunicazione con il ruolo di capo redattrice senza mai specializzarsi su un tema preciso, ma cercando temi di interesse sociale e culturale. Nel 2023 pubblica il suo primo romanzo dal titolo “Blu ionico”, con il quale si aggiudica vari riconoscimenti, tra i quali il Premio Internazionale Panorama Golden Book Award 2024,Β e il Concorso Biennale Internazionale βPercorsi letterari dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron”, grazie al quale Γ¨ stato segnalato alla Fiera del Libro di Francoforte 2024.