di Antonella Iaschi
Fra pochi giorni nel cortile della Fondazione Zappia stazionerΓ un aereo rosso che farΓ da scenografia all’evento finale del IIIΒ° Festival delle Fiabe di Locri: il Piccolo Principe rivisitato e “accolto” dagli atleti dell’ASD “I Girasoli della Locride Special Olympics Team Calabria”
Il maestro d’arte Paolo Campolo lo ha ideato e realizzato in settimane di lavoro insieme ai Girasoli, ai volontari e alle mamme per esprimere il concetto del βdonoβ, il senso della βgratuitΓ β. Come seconda tappa di questo viaggio di parole nel backstage di “Girasoli in Fiaba” gli ho chiesto di raccontarci e spiegarci il perchΓ© di un aereo rosso.
βRingrazio tutti, per le tante opportunitΓ , manifestare il proprio pensiero Γ¨ un diritto che Γ¨ riconosciuto a tutti gli uomini e le donne di qualsiasi etΓ , condizione e razza. Il primo dei diritti dellβuomo riconosce lβimportanza della dignitΓ di ogni essere umano e riconosce quindi la dignitΓ della stessa umanitΓ che per i cristiani deriva dallβessere amati e originati dal Padre celeste, creatore di tutte le cose e creature viventi nellβuniverso. Lβarticolo termina affermando che tutti gli esseri umani, devono muoversi gli uni verso gli altri con spirito di fratellanza. Ho scelto di costruire e mettere a disposizione questo aereo, simbolo di gioia e libertΓ , desideroso di cimentarmi in questa piccola impresa, ho riflettuto molto sul principio del dono, il senso della gratuitΓ .
Prendendo le mosse dalla storia del βPiccolo principeβ di Antoine de Saint Exupery, oggetto di un campo estivo con lβoratorio di S. Caterina, le riflessioni e le suggestioni sempre piΓΉ affascinanti, mi hanno portato a sviluppare lβazione artistica a favore dellβazione educativa. Insieme con i βGirasoli della Locrideβ di cui faccio parte, abbiamo progettato delle attivitΓ di animazione e si Γ¨ materializzata lβidea di riflettere sulla storia del Piccolo Principe. Ho colto al volo lβidea di costruire lβaereo biplano che spunta dalle pagine della storia insieme con lβaviatore, simbolo di un uomo alla ricerca del senso della storia e della vita.
E che meraviglia, scoprire che lβessenziale Γ¨ invisibile agli occhi, e che si vede bene solo con il cuore “.
Paolo Campolo prosegue nel suo racconto che tra temi di emergenze quotidiane, fiaba e sogno si rivolge a chi ( giovane o anziano) volesse fermarsi un attimo a pensare:
“UN MESSAGGIO DI PACE PER TUTTI, riflettere sullβuomo, sul senso della vita Γ¨ necessario Γ¨ una delle prime azioni che donano a noi umani il senso della gratuitΓ , il principio del dono.
Eβ tutto gratuito quello che Γ¨ essenziale per la vita: a cominciare dal respiro, dallβappartenenza ad una famiglia, alla possibilitΓ di decidere, di scegliere, di amare, DI ESISTERE.
Tutta questa fioritura di vita ha bisogno di essere coltivata e custodita non annientata da guerra e distruzione.
La prima e fondamentale attivitΓ umana Γ¨ vivere con la gioia nel cuore per la stupenda opportunitΓ ricevuta, custodire il dono fattoci e condividerlo con gli altri intorno a noi, Γ¨ una necessitΓ .
Abbiamo bisogno di essere felici, la gioia è così importante per noi che per averne anche un briciolo, siamo disposti a fare carte false a imbrogliare e anche ad essere imbrogliati.
Quante gioie effimere, riempiono i nostri giorni”.
Non poteva mancare il riferimento alla Pace. Quella Pace mondiale che tanto viene invocata ma, che stenta a venire.
βIl succo del discorso β riprende Paolo Campolo – e il motivo di tanto sforzo Γ¨ creare unβ occasione per riflettere sulla paceβ¦ faccio parte della comunitΓ di don Oreste Benzi, eΒ sono un artigiano della pace, attraverso lβarte e la scelta fatta con mia moglie Anna, di diventare papΓ e mamma di bimbi che erano privati di queste figure cosΓ¬ importanti, ci siamo impegnati a rimuovere le cause che provocano tante ingiustizieβ¦ una delle piΓΉ gravi Γ¨ lβindifferenza e il disimpegnoβ¦ rispondere donando la propria famiglia Γ¨ importante, ti permette di diventare operatore di pace . Il viaggio della pace ci accomuna, il suo itinerario si snoda attraverso difficoltΓ , opportunitΓ , scelte e tantissimo altro, a vocazioni nascoste come lievito nel cuore, a quanto ci piacerebbe volare, fare amicizia con le nuvole, con le alte montagne, con lβaria che ci accarezza il volto. Che bello e che felicitΓ sentire che lβessenziale Γ¨ invisibile agli occhi, e che meraviglia sentire che tutto ciΓ² che ci circonda: la natura, il creato, il respiro che Γ¨ nascosto nelle nostre cavitΓ , la gioia, il pensiero, la possibilitΓ di provare piacere, avere degli affetti, generare figli, essere oggetto di amore, amati.
Il sentimento della gratitudine si colora di colori accesi e stupendi e cambia le carte in tavola, anche la gratitudine Γ¨ invisibile agli occhi, ma si puΓ² vedere con il cuore e allora lβaereo rosso ti porta in alto e se vuoi puoi sentire respirare lβAmore che regge lβUniverso passare dentro di noi e generare musica come una sinfoniaβ¦
I personaggi: la volpe, che chiede di essere addomesticata, β¦ ma ci pensate, lβanimale che per antonomasia Γ¨ il simbolo dellβinaddomesticabile. La pecora, simbolo del bisogno di avere un riferimento. Il piccolo principe in ognuno di noi.Β Β La rosa, simbolo delle cose che curiamo di piΓΉ, dellβoggetto delle nostre attenzioni. Dobbiamo fare attenzione alle nostre rose β¦ che non siano la macchina o la casa o altri beni materiali, che si consumano e finiscono. Una rosa stupenda potrebbe essere lβamico, la tua famiglia, i tuoi figli, i tuoi genitori β¦ tua moglie β¦ Γ¨ il tempo che hai perso per la tua rosa a renderla cosΓ¬ importante, insegna la volpe al piccolo principe β¦, e quanto Γ¨ legato questo insegnamento per la pace fra di noi.
Posso affermare β conclude Campolo – con convinzione che lavorare per la pace Γ¨ molto impegnativo, ma Γ¨ anche il piΓΉ bello dei lavori che mi sia capitato di fare, ti dΓ delle soddisfazioni che niente altro ti puΓ² dare se non la ricerca del diritto di ogni uomo/donna.
Condivido questa passione con mia moglie e tante altre persone β¦ma sono tante le persone che sono impegnate in questo lavoro stupendo, a fianco delle creature che riempiono questa terra e che sono doni stupendi per noi tutti. Pace e bene.”
Antonella Iaschi Γ¨ nata a Parma il 24 ottobre 1956. Per scelta vive a Roccella Jonica. Ha scrittoΒ diversi libri di poesia, racconti e testi per il teatro. Ha iniziato a scrivere a 13 anni, dopo aver lettoΒ un’intervista rilasciata da Lawrence Ferlinghetti a una rivista italiana, e continua a scrivere perché crede che βraccontare la stradaβ sia l’unico modo per esistere e resistere. Assessore alla scuola e ai servizi sociali, Camposanto (MO) Consigliere comunale, Mirandola (Mo) Assessore allβambiente, pari opportunitΓ , memoria e solidarietΓ internazionale, Soliera (MO) Gestione dellβufficio di coordinamento dei gruppi e le associazioni umanitarie impegnate in viaggi umanitari durante la guerra dei Balcani, ARCI (MO).
Coordinatrice di iniziative culturali e progetti di associazioni italiane, slave e statunitensi con lo scopo di promuovere i diritti umani, la solidarietΓ , la pace, la pacifica convivenza fra culture diverse. Collaborazione con la rivista βnoidonneβ edita dalla Cooperativa Libera Stampa.