di Redazione

Il 22 aprile del 1924, esattamente 100 anni fa, nasceva Rosa Cerra, dal matrimonio di Pasquale Cerra e Maria Teresa Bonacci. Insieme ai fratelli Antonio, Fortunato ed Esterina, ha vissuto la sua infanzia in campagna, nella localitΓ  Terrate, poi la gioventΓΉ a Cerrisi e da sposata a Rizzi, sempre sull’altopiano di Decollatura, ai piedi del Reventino. Dal padre, detto in paese β€œU Rre” per via dei possedimenti terrieri, erediterΓ  il soprannome, e da tutti ancora oggi la cara Rosina Γ¨ detta β€œla Rre”.Nel 1946 ha sposato Salvatore Ammendola e questa unione ha dato la vita a sette figli: i gemelli Antonio e Pasqualina, poi Maria, Tina, Enzo, Ines e Rina.


Per spegnere le cento candeline i figli, diciassette nipoti e diciannove pronipoti l’hanno raggiunta con grande affetto fisicamente a Decollatura, o grazie alle moderne vie di comunicazione, facendole arrivare messaggi augurali dall’Umbria, dall’Emilia Romagna, dall’Austria e finanche da Melbourne e Ballarat Victoria, in Australia. Anche la cittadinanza decollaturese, rappresentata dal sindaco Raffaella Perri, ha partecipato con affetto alla festa della concittadina, ormai centenaria, ospite della casa di riposo β€œTerza età”. Prendendo spunto dalla vita di Rosa Cerra, il fondatore e presidente del Premio Mar Jonio Luigi Stanizzi, nelle prossime edizioni della kermesse coinvolgerΓ  i centenari calabresi per fare scoprire i segreti della longevitΓ , attraverso le parole e le preziose esperienze dei diretti interessati. β€œNonna Rosa – dicono di lei figli e nipoti – Γ¨ stata ed Γ¨ tuttora una donna forte, basti pensare che poco meno di un mese fa ha superato la frattura del femore e l’operazione di ricostruzione, ed oggi Γ¨ seduta tra noi a ridere e scherzare.

L’hanno sempre contraddistinta un carattere forte, battagliero e laborioso: non solo il lavoro nei campi fin da giovane, ma la pasta fresca la domenica, le grispelle e le braciole di patate nelle festivitΓ  per figli e nipoti; e ancora i centrini e merletti ai ferri e all’uncinetto per il corredo, che con orgoglio ha realizzato per tutti i suoi discendenti, sono il segno tangibile della sua operositΓ  e generosità”. Ancora oggi trascorre le sue giornate con ferri e filo fra le mani, e alla domanda: β€œCome stai nonna?”, risponde sorridendo: β€œNon mi posso lamentare, c’è chi sta peggio!”. β€œTestimone di un tempo che non c’è piΓΉ e di un modo di essere e di vivere lontano, ma quanto mai prezioso – concludono i familiari – quale migliore ereditΓ  potrebbe lasciarci nonna Rosa? Buon compleanno Rre!!!”. W nonna Rosa!

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