di Redazione
Il patrimonio storico culturale del nostro Paese entra nuovamente in possesso di 248 monete archeologiche, Β 4 reperti archeologici e 1 paleontologico sequestrati nel corso di attivitΓ di indagine dei carabinieri
Nella mattinata di oggi, presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza ha consegnato al Soprintendente A.B.A.P. per la cittΓ metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia 253 beni culturali recuperati nellβambito di attivitΓ dβindagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi (RC). Lβevento si Γ¨ svolto alla presenza del Prefetto di Reggio Calabria, del Procuratore Capo della Repubblica di Palmi (RC), del Comandante Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, del Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria nonchΓ© delle AutoritΓ civili, militari e religiose.
Lβindagine, che ha consentito il recupero dei beni archeologici e paleontologici per un valore complessivo stimato nellβordine di 300.000,00 euro circa, Γ¨ stata condotta nel 2013 dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palmi (RC), ed ha avuto origine da un controllo doganale presso lβaeroporto di Reggio Calabria sul bagaglio di due passeggeri italiani provenienti dal Messico. A seguito degli approfondimenti investigativi si procedeva al sequestro di 648 monete in argento e bronzo di epoca magno greca, romana e medioevale nonchΓ© di 37 reperti di presumibile interesse storico archeologico risalenti alla Magna Grecia e alle civiltΓ dellβAmerica Centrale, custoditi presso lβabitazione di un professionista reggino.
Con la collaborazione dei funzionari archeologi della Soprintendenza Archeologica della Calabria e del Museo Nazionale Preistorico Etnografico βL. Pigoriniβ di Roma, si accertava che 28 reperti archeologici sequestrati erano indiscutibilmente autentici, collocabili al periodo βpreclassico antico (1100-900 a.C.) e postclassico (1300-1521 d.C.)β e provenienti dalle culture dellβaltipiano centrale e dalla Costa del Golfo del Messico. Per nove beni archeologici, custoditi nel bagaglio intercettato a Reggio Calabria, i funzionari del Ministero della Cultura messicana nel 2016 ne richiedevano ed ottenevano la restituzione in quanto pertinenti al patrimonio culturale di quello Stato. Per i restanti 253 beniΒ culturali, a seguito della sentenza passata in giudicato il 20 febbraio 2024, il Tribunale di Palmi (RC) disponeva la confisca e la restituzione allβavente diritto, individuato nello Stato Italiano, tramite consegna alla Soprintendenza A.B.A.P. di Reggio Calabria.
Tra questi figurano: un gruppo di 240 monete autentiche in rame ed 8 in argento attribuibili ad etΓ greca e medievale, la cui maggiore concentrazione Γ¨ individuabile nelle coniazioni di epoca romana; due βdresselβ – databili tra il I sec. a.C. ed il II sec. d.C. – ovvero contenitori vinari da trasporto molto diffusi nella prima metΓ imperiale, la cui prima origine si colloca in Grecia (isola di Rodi) ma che si Γ¨ estesa in seguito anche in varie localitΓ della Magna Grecia tra cui la Calabria; una lucerna fittile, databile alla prima etΓ imperiale romana, con decorazione sul disco; un frammento di vaso, databile al IV sec. a.C., a figura rossa di produzione italica; un dente di un proboscidato estinto della Famiglia dei Gomphotheriidae (comunemente conosciuti come βmastodontiβ), diffusi in Africa, Asia, Europa e Nord-America. In Italia Γ¨ conosciuta la specie Anancus arvernensis, diffusa tra la fine del Miocene (10 milioni di anni fa) e le fasi iniziali del Pleistocene (circa 1,5 milioni di anni fa).
Lβodierna restituzione al patrimonio dello Stato dei beni culturali recuperati Γ¨ frutto di attivitΓ complesse, compiute in stretta sinergia con gli organi centrali e periferici del MiC, nonchΓ© dellβimpegno e la professionalitΓ di donne e uomini, militari e civili, altamente specializzati nello specifico settore, che hanno consentito di salvare importanti testimonianze dellβidentitΓ collettivitΓ che ci raccontano la loro storia e, di riflesso, la nostra.
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