Riceviamo e pubblichiamo

Circola in rete il video presentato sotto forma istituzionale e qui allegato, in cui con i vessilli del Comune di Lamezia Terme ed alla presenza di Sindaco ed Assessori si pubblicizza la posa della prima pietra di un nuovo Polo per l’infanzia dal nome altisonante di Ligea: quella fra le sirene omeriche tentatrici di Ulisse, che sarebbe spiaggiata e morta nel Golfo di Sant’Eufemia.

La costruzione di una nuova struttura per nido e scuola d’infanzia era attesa da tempo, ma quelle che indignano sono le immagini irriguardose e politicamente scorrette con cui il suo progetto Γ¨ stato presentato.

I bambini e le bambine che dovrebbero rappresentare i futuri utenti del servizio e finanche le loro insegnati e i loro genitori sono rigorosamente biondi, se non diafani. Non vi compare alcun infante di etnia nera o araba o cinese o indiana o bengalese o slava o gitana o d’altro genere, ma neppure qualche infante coi capelli neri e gli incarnati olivastri tipici delle nostre genti calabresi e lametine.

Eppure Lamezia come il resto d’Italia Γ¨ ormai una comunitΓ  multietnica nella quale convivono tutte queste etnie, che lavorano nell’agricoltura, nell’artigiano, nel commercio, nell’edilizia, nell’industria e nei servizi; che comprano o prendono in fitto tante abitazioni e locali o capannoni commerciali o professionali cittadini; che contribuiscono ad arginare l’emigrazione dei nostri figli e dei nostri nipoti e a tenere in piedi l’economia cittadina; che soprattutto tengono un po’ piΓΉ alta la natalitΓ  e riempiono di bambini e poi di giovani tutte le nostre scuole di ogni ordine e grado. Dobbiamo davvero chiederci, allora, come si possa avallare con gli emblemi cittadini una rappresentazione cosΓ¬ distopica della societΓ  del nostro immediato futuro.

Ma c’è ancora di peggio in questa fascinazione dal retrogusto ariano. Da quelle loro scene idilliache degli aridi registi hanno totalmente cancellato anche i tanti nostri bambini diversamente abili, che evidentemente disturbavano i loro gretti sogni. E c’è da augurarsi che questo non sia l’ennesimo indice del nuovo che avanza e di una generale tendenza all’appiattimento sulle politiche xenofobe e revansciste che allignano nel Governo Meloni.

Restano comunque macchie indelebili che ripugnano ai sentimenti di accoglienza della nostra comunitΓ , che mortificano la solidarietΓ  praticata quotidianamente in quella stessa area comunale dall’Ambulatorio Solidale, dalla Caritas diocesana e da tante altre associazioni nel pieno rispetto della nostra bella Costituzione, nata dalla Resistenza e fondata sul principio dell’uguaglianza senza distinzione di condizioni personali e sociali, di sesso, di razza, di lingua, di religione, e che finiscono anche coll’offuscare ogni altro valore dell’iniziativa.

L’Amministrazione cancelli, dunque, questo infausto filmato o, altrimenti, quanto resta in Consiglio comunale dell’opposizione provi almeno a promuovere una forte e decisa mozione di censura.

 

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