Ieri a Pompei Γ¨ stata annunciata la scoperta nell’area a nord della cittΓ  antica sommersa dall’eruzione del Vesuvio tra l’agosto e novembre del 79 a. c. sacello dedicato al culto religioso, collocato in un punto di cerniera tra il settore di servizio (con stalle e la stanza degli schiavi) a sud e il complesso residenziale a nord della villa suburbana di Civita Giuliana, tra il quartiere residenziale e il quartiere servile della stessa dimora: probabilmente custodiva un tempietto intitolato ad Ercole con affreschi raffiguranti le 12 fatiche del personaggio mitologico. La nuova scoperta Γ¨ stata annunciata dal Parco Archeologico in concomitanza con la visita del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al sito di CivitΓ  Giuliana. “Tutta l’area del Parco archeologico di Pompei Γ¨ uno scrigno di tesori che ogni giorno rivela al mondo intero nuove storie e nuove identitΓ ”, ha affermato il ministro ricordando che “il governo ha finanziato con l’ultima Legge di Bilancio nuovi scavi e, come confermato anche dal Direttore Gabriel Zuchtriegel, nel Parco di Pompei non c’erano cosΓ¬ tanti scavi e tante attivitΓ  per il rinvenimento di nuovi reperti dagli anni Cinquanta”.

L’ambiente Γ¨ coperto con un tetto spiovente a falda unica, mentre la fronte esterna, completamente intonacata e dipinta di bianco, presenta un grande portale (2.65 x 2.75 m) ed Γ¨ sormontata da una sorta di ‘timpano a rilievo. Davanti alla enorme porta Γ¨ presente una rampa con tracce di ruote, indizio del possibile uso nel corso dei rituali di un carro cerimoniale. Internamente l’ambiente Γ¨ caratterizzato da una decorazione pittorica parietale in IV stile: il ciclo decorativo, prevedeva una sequenza su sfondo rosso di dodici pannelli a drappo giallo, mentre al centro della parete di fondo due pannelli che inquadravano un podio in muratura, verosimilmente di supporto per una statua. Poco distante corre lungo le pareti una banchina continua, in muratura rivestita di intonaco dipinto, di cui Γ¨ evidente l’usura determinata dall’uso nel tempo, da parte dei partecipanti ai rituali.

“Lo scavo del sacello, da un lato Γ¨ sconcertante, perchΓ© ci fa vedere la spregiudicatezza con cui gli scavatori clandestini hanno operato, spogliando quasi tutte le pareti e l’interno della stanza – dichiara il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – Vedere questo luogo di culto, annesso al quartiere produttivo della villa, ridotto in queste condizioni, fa male, anche perchΓ© ci sono pochissimi confronti per questo genere di ambienti. Paradossalmente, perΓ², al tempo stesso, Γ¨ incoraggiante: lo Stato c’è, insieme alla Procura della Repubblica e ai Carabinieri, il Ministero della Cultura sta recuperando un complesso di grandissima importanza. I rinvenimenti confermano quanto appurato dalla polizia giudiziaria e dalla Procura. Si tratta di uno scavo di tutela attiva e direi anche di giustizia, dopo anni di saccheggiamento”.

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