Ricordare un uomo come Sergio Camellini sfocerebbe in un curriculum lungo e complesso… ecco perchΓ¨ dovrebbe essere ricordato oggi in cui tutto arriva al termine, mentre parte per quest’ultimo viaggio, e dovremmo immaginarlo come un acquilone che ha librato in cielo con ogni clima, ed oggi, che la sua ancora alla terra si Γ¨ spezzata, principia il suo nuovo viaggio verso quel mistero che conosceva bene… la Poesia.
Sergio Camellini era un produttore infaticabile che amava raccontare il mondo oltre il mondo, voleva comprendere le angosce entrando nell’intimo per poi accompagnarlo o spingerlo tra le braccia del sogno che pareva esistere solo nella poesia.
La mente di Camellini era cosa complessa, per molti un’irrisolvibile matassa di enigmi logici e nodi poetici, in cui lui sapeva trovare i capi e slegare l’arte per renderla libera di essere compresa.
Un’assenza quella da lui lasciata che, in chi lo conosceva, Γ¨ una voragine che scende nel fitto mistero senza luce, uno buco nel sole, un incomprensibile vuoto emotivo che lascerΓ , in chiunque lo seguisse, un po’ di tristezza e un piccolo sorriso nel ricordarlo.
Ora che tutto il suo mondo risiede nelle sue poesie, leggetelo per ricordarlo e appoggiate un suo libro sul petto, ascoltate quella voce ferma, di un uomo di scienza che si lascìò conquistare dai poemi.
Oggi il silenzio Γ¨ venuto a rubargli dalla voce le parole, ma le aveva giΓ  scritte per lasciarle a coloro che vorranno leggerlo, per diventare un vecchio amico anche per chi ancora non lo conosce… per porgere la mano trasparente della poesia che carezza senza premere la pelle e solletica senza far ridere.
Buon viaggio amico e consigliere, nessuno ricorda quando sei entrato nelle nostre vite, ma fu un giorno di sole e senza pioggia, sei stato lento e garbato per non ingombrare, sei rimasto ad ascoltare per capire, ed oggi che quel posto vuoto opprime col suo silenzio… ognuno riconosca le sostanze che portavi con te: serenitΓ , intelligenza e rispetto.

 

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