Per non dimenticare quanto Γ¨ successo nel 2021 nei boschi di Acatti, nel comune di San Luca, venerdΓ¬ 12 luglio 2024, alle ore 16.30 presso il Convento dei Domenicani a San Giorgio Morgeto (RC) sarΓ inaugurata la mostra βMemoria dei Patriarchi di Acatti, il racconto delle foreste anticheβ.Β Lβevento prodotto in collaborazione con il Comune di San Giorgio Morgeto sarΓ inaugurato alla presenza dei vertici del Parco Nazionale dellβAspromonte e del Sindaco Salvatore Valerioti.
βIl viaggio mi ha stregato per l’originale bellezza del paesaggio, un paesaggio inventato da un artista di genio nemico dei luoghi comuni e della scenografia oggettiva, allusivo, fantastico, surreale nella presentazione di queste montagne modellate o tagliate in profili che si compongono e scompongono allo sguardo secondo la variazione della luceβ
Leonida Repaci, in Calabria grande e amara delle alte colline e lievi pendici delle montagne dellβAspromonte le descriveva come se a guardarle le si attraversava come in un viaggio. Su quelle montagne nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, nel 2021 si Γ¨ consumata una tragedia ambientale di immane portata: il bosco millenario di Acatti, a San Luca, culla di una straordinaria biodiversitΓ , Γ¨ stato completamente distrutto da un incendio che ha infierito per undici giorni e undici notti, deturpando gli splendidi pini e querce e lasciando al loro posto solo cenere. La furia delle fiamme, alimentata da dolo, ha cancellato in poche ore ogni forma di vita, anni di storia e un ecosistema prezioso. Non solo uccelli, caprioli e lepri, ma anche i piccoli mammiferi, gli anfibi, i rettili, gli insetti, altri invertebrati ed i molluschi che popolano lβecosistema sono stati vittime inermi di questo inferno. La flora, anch’essa devastata, non potrΓ piΓΉ offrire riparo e nutrimento alla fauna selvatica. Un racconto silenzioso di una foresta ferita, spezzato solo dall’eroico lavoro di quanti si sono prodigati per domare le fiamme.
L’Ente Parco, con dolore e amarezza, descrive la desolazione che regna ora in quella che un tempo era un’oasi di biodiversitΓ .
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