Nel nuovo album di Mimmo Cavallaro β€œMirju” c’è tutta la Calabria. Quella vera dalla quale lui stesso proviene e che rappresenta in tutto il mondo.

Cavallaro ha realizzato una rivoluzione linguistica nella composizione dei testi delle sue canzoni, adattando il dialetto ad un’espressione comprensibile a tutti. Le sue tarantelle coinvolgono ogni volta migliaia e migliaia di persone, che al ritimo della musica si fanno trascinare.

E’ da qualche giorno l’uscita di questo suo nuovo lavoro l’ottavo della sua carriera, iniziata nel 2009 con “Sona Battenti”.

“Mirjiu” parla proprio della Calabria, omaggiandone la bellezza, e i suoi personaggi, che non sono mai diventati famosi ma che nell’immaginario collettivo sono ormai dei miti. Nell’album vengono anche raccontati gli aspetti piΓΉ anonimi della regione, come le contrade in cui Cavallaro Γ¨ cresciuto.

Β “Sono veramente contento – racconta Cavallaro – di questo disco, che arriva sette anni dopo l’uscita di ‘Calanchi’. I brani che vi sono contenuti rappresentano una successione di sensazioni e di emozioni connessi a personaggi, storie della mia infanzia e luoghi che parlano di quella piccola parte di Calabria in cui ho vissuto con la mia famiglia. Lo spopolamento e l’abbandono lasciano segni indelebili nell’anima di chi ha vissuto i profumi, i suoni ed i momenti della sua terra. Con contadini e pastori che ne hanno rispettato e amato ogni essere e ogni cosa”.

Cavallaro quando parla della Calabria si emoziona ogni volta. Fa scoprire aneddoti e angoli sconosciuti. In una recente dichiarazione rilasciata all’ANSA esprime le energie che impiega per parlare sempre di Calabria.

“Io tengo molto alla Calabria – dice – e questo spiega la mia scelta, fatte alcune eccezioni, di cantare in dialetto. Il mio sforzo Γ© di fare emergere le cose piΓΉ belle della regione, spesso ignorate o sottovalutate, a vantaggio di pregiudizi che sono duri a morire. E il mio lavoro, sul piano musicale, Γ¨ molto articolato e va alla ricerca di sonoritΓ  nuove che s’intrecciano con diversi generi”.

Β Il disco, contiene 11 brani in dialetto calabrese e uno in lingua e ha visto la partecipazione di vari artisti con i quali Cavallaro ha collaborato nell’arco del suo percorso artistico.

Ci sono le voci di Antonella Ruggiero in “Ninna oh”, di Davide Van De Sfroos in “Una storia mille storie” e di Marcello Cirillo in “Tarantella di lu Sciorru” ed il violino di Jamal Oassini (Tangeri CafΓ¨ Orkestra) in “Giamba u violinista”. Insolito per il genere, ma singolare, Γ¨ l’intervento rap di Kento nel brano “Mirjiu”.

Nel nuovo album accompagnano Cavallaro, che oltre a cantare suona la chitarra battente, Andrea Simonetta, alla chitarra e alla mandola; Gabriele Albanese, alla lira calabrese, al sax e altri strumenti a fiato; Silvio Ariotta, al basso elettrico; Francesco Carioti, alla batteria, al tamburello ed a tutte le percussioni, e Martina Farcomeni all’organetto.

Γ‰ nato e vive a Caulonia, in provincia di Reggio, e nei giorni scorsi ha pubblicato l’album “Mirjiu”, prodotto dallo stesso Cavallaro e distribuito da “iCompany”.

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