Nel cuore della Calabria, immerso tra le valli e le foreste della montagna di CiminΓ , Γ¨ stato recentemente scoperto un sito archeologico che ha suscitato un notevole interesse tra storici e archeologi: il cosiddetto “Muro di Spartaco”. Questa scoperta ha aperto una nuova finestra sulla storia antica della regione, sollevando domande intriganti e offrendo nuove opportunitΓ  di ricerca.

Spartaco, il famoso gladiatore trace che guidΓ² una delle piΓΉ grandi rivolte degli schiavi contro la Repubblica Romana tra il 73 e il 71 a.C., Γ¨ una figura leggendaria che ha ispirato storie e miti per secoli. La sua ribellione, nota come la Terza Guerra Servile, Γ¨ stata un episodio cruciale nella storia romana ed ha messo in luce le condizioni disumane degli schiavi e la loro disperata lotta per la libertΓ . Della costruzione del muro – eretto per fermare Spartaco – parla lo storico greco Plutarco il quale scrisse che “β€˜in poco tempo’ i Romani scavarono una fortificazione β€˜sull’istmo da mare a mare’, lunga 330 stadi e larga e profonda 15 piedi e affiancata da un muro β€˜di mirabile altezza e soliditΓ '”.

Β Secondo alcune fonti storiche, Spartaco e il suo esercito di schiavi ribelli avrebbero attraversato varie regioni della penisola italiana, cercando rifugio e alleati. La scoperta del muro nella montagna di CiminΓ  potrebbe essere un’ulteriore testimonianza dei movimenti di questi ribelli nella Calabria antica. Stando all’Archaeological Institute of America, la struttura muraria di notevoli dimensioni, collocata nella foresta di Dossone della Melia, Γ¨ stata segnalata da un gruppo ambientalista localeΒ  e poi studiata da un team di archeologi guidato da Paolo VisonΓ  dell’UniversitΓ  del Kentucky che utilizzando georadar (radar in grado di penetrare il terreno), lidar (laser sparati da un aereo per mappare la topografia del terreno), magnetometria e campionamento del suolo, hanno potuto determinare alcune caratteristiche del sito che sfuggono all’osservazione in superficie a causa della folta vegetazione.

Β Il muro, costruito con pietre locali e tecniche tipiche dell’epoca romana, presenta segni di fortificazione, suggerendo che potrebbe essere stato utilizzato come difesa o rifugio. Le prime analisi dei reperti ritrovati nei pressi del muro, inclusi frammenti di ceramica e strumenti, indicano una datazione compatibile con il periodo della rivolta di Spartaco.

La scoperta di questo reperto nella montagna di CiminΓ  rappresenta un importante tassello nella comprensione dei movimenti e delle strategie dei ribelli guidati dal famoso gladiatore. Se ulteriori ricerche confermeranno l’associazione diretta con Spartaco, ciΓ² potrebbe significare che i ribelli hanno utilizzato le remote e difficili aree montane della Calabria per sfuggire alla pressione delle legioni romane. Inoltre, il ritrovamento offre un’opportunitΓ  unica per studiare le dinamiche della resistenza degli schiavi e le interazioni tra i ribelli e le popolazioni locali facendo emergere un quadro piΓΉ dettagliato delle tattiche di guerriglia adottate dai dagli schiavi e delle loro reti di supporto.

Il lavoro degli archeologi Γ¨ appena iniziato affermano in una nota i funzionari del Ministero della cultura. Nei prossimi mesi, infatti, sono previsti ulteriori scavi e analisi piΓΉ approfondite per determinare l’estensione e la funzione precisa del muro. Gli studiosi sperano anche di trovare nuovi reperti che possano fornire una chiara evidenza del passaggio di Spartaco e del suo esercito attraverso la Calabria.

La comunitΓ  locale e l’amministrazione comunale hanno accolto con entusiasmo la scoperta, vedendo in essa un’opportunitΓ  per valorizzare il proprio patrimonio storico e culturale. Il sito potrebbe diventare un’attrazione turistica significativa, contribuendo allo sviluppo economico della regione.

Il ritrovamento del Muro di Spartaco nella montagna di CiminΓ  Γ¨ una scoperta straordinaria che arricchisce la nostra conoscenza della storia antica e delle lotte per la libertΓ  che hanno segnato la Calabria e l’intera penisola italiana. Β Un rinvenimento che dimostra, ancora una volta, quanto ci sia da scoprire e come sia vasto il nostro patrimonio culturale e come possa rappresentare un’occasione di crescita, di consapevolezza della nostra storia e identitΓ  ma anche di sviluppo economico e sociale.

 

 

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