Lerici con le sue strade strette pare un labirinto, che le sue case fitte non vogliono risolvere. Il mare tranquillo riposa ai suoi piedi ed i suoi abitanti passeggiano salendo questo paese che si arrampica come per non volergli cadere dentro.
Suonano mille negozi, portoni e botteghe, tutti con la stessa cantilena… ma dietro una porta socchiusa e senza insegna non esce suono, ma l’acre profumo delle vernici misto al secco odore del legno.
Coperta da un’anonima facciata che nasconde, quella porta semi aperta si spalanca sull’Arte, come per proteggere la purezza di un pensiero che si concede dalle opere di un uomo… semplice come i saggi e sincero come i dotti: il Maestro Mario Tamberi.
Nella sua pittura paiono muoversi quei gesti che sono vita nella danza della sopravvivenza, immergendo lo spettatore in un abisso che diventa idea, e dove ogni gesto Γ¨ essenziale e indispensabile… e per questo affascinante.
Dopo quella porta pare di tornare indietro nel tempo, in un nuovo rinascimento, in cui il maestro guarda oggetti comuni con quella spensieratezza di chi vede giΓ  la forma che avranno. Qui pennelli, spatole, scalpelli e motoseghe hanno identico valore, tutto diviene utensile assoggettato alle idee giΓ  concrete nella mente di un artista.
Tra le pareti, come negli angoli, piccoli scherzi d’artista nascondono opere tra elementi in cui solo un occhio attento saprebbe scorgerle… e in quei quadri un caos primordiale si piega al volere di chi osserva, che in base alla prospettiva creano il caotico o lo curano… come se entrambe le soluzioni fossero uno stesso stato dell’anima.
Un olio imponente attira con i suoi chiaro scuri l’attenzione di tutti, in quella scia di frammenti metallici riverberano i movimenti di un mondo nascosto sotto lo specchio del mare… poi, mentre il rapimento Γ¨ totale e le difese si abbassano, il Maestro spegne la luce lasciando che un altro quadro, nascosto nelle vernici luminescenti, rubi la tela oscurando l’altro e invertendo ogni ipotesi precedentemente espressa.
Il principio di “scherzo d’autore” che il Maestro Tamberi ha ideato rendendolo proprio, si burla degli occhi, dei concetti insegnati, delle culture pre confezionate… e solo dopo esserci cascati come bimbi ingenui, nello sguardo azzurro e acceso del Maestro comprendiamo quanti “scherzi” ci stanno circondando senza essere colti.
L’attenzione Γ¨ altissima come in una caccia al tesoro, ma distratta dalla bellezza e dall’ingegno di opere che conquistano, lasciando ogni osservatore a scavare cercando un senso che una volta scoperto, il Maestro rimescola per riproporlo ancora piΓΉ pieno e profondo.
Nelle decine di quadri accatastati, nascosti l’uno dall’altro, pare di affacciarsi in un mare fermo nell’attimo poi mosso dai colori, un’evidente ricerca di quel momento di opportunitΓ  che sarΓ  differenza tra esserci o svanire… un momento di scelta che gli antichi indicavano con “Kyros”, quella frazione tra la scelta e l’agire che modifica il tessuto del tempo modificando il futuro.
Una fauna muta che racconta la durezza di un destino uguale per tutti, che inevitabile vede predatori predati in una natura che rende ognuno smanioso e timoroso al contempo, in un susseguirsi di orgoglio e rassegnazione che non fa prigionieri e che non salva nessuno.
Scopriamo dai presenti che l’estro del Maestro Tamberi tracimi persino nella poesia dialettale raccontandoci trame presenti nei suoi lavori, e mentre immaginiamo il mare che leviga lento le rive che accarezzano Lerici, strofe come suon di risacca accompagnano la grande illusioni di essere parte di tanta magnificenza:
“Il mare toglie, il mare porta.
Erode le scogliere a picco,
crea spiagge intime e calette.
Il mare ti scuote, il mare ti trasporta.
con grecale ti frusta,
col maestrale ti fa volare.
Il mare Γ¨ vita, il mare Γ¨ trasparenza.”
Creature escono come onde dalle tele, investendo e pulendo, fresche di un messaggio che in pochi colori descrivono un principio di sostanza da cui nessuno puΓ² divincolarsi, come trascinati dal caos infinito nato da una legge superiore a cui nessuno puΓ² sfuggire ma in cui tutti possono scegliere.
Le sorprese finiscono solo per la tirannia del tempo, e prima di uscire notiamo persino menzioni d’onore come fumettista impossibili da approfondire… che il Maestro Mario Tamberi cela dietro la sua umiltΓ  insieme a molte altre conquiste, lasciando che siano gli altri a scoprirle e sulle quali non posa vanto ma solo il piacere di essere compreso.
Torniamo nel caldo anomalo dell’estate Lericina che ci investe, riavvolgendoci di quel mondo rimasto fuori, ad aspettarci, uguale a prima… una soglia che il Maestro non varca, salutandoci da dentro la sua ampolla di scherzosa follia e che preserva tutte quelle sfumature d’arte permesse dalla natura e concesse dalle intuizioni.

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