Cosa resta della cultura italiana รจ racchiuso in pochi libri, che affondano di anno in anno le onde di un mare di testi che ripagano lโego anzichรฉ lโarte stessa.
Noi, societร , siamo un libro in perenne divenire, una bozza a cui aggiungere pagine e su cui correggere errori, racchiusi in una copertina che cambia nellโimmagine e nel colore, dallโastratto al realismo, e che potremmo tradurre nella forma piรน nobile della letteratura, quella resa migliore da una manciata di Concorsi che ci rappresentano a pieno e delle volte dileggiano delle nostre menti.
Si conclude anche questโanno uno dei premi piรน ambiti ed esclusivi, quel premio Campiello che trae il proprio nome da una commedia di Carlo Goldoni, che rappresentando il mondo come unโimmensa scena recitata, ne estrapolava frammenti come opere teatrali e quindi, potremmo dire senza paura di essere smentiti, che ognuno di questo libri รจ un tassello di un insieme che ci manifesta.
Cinque libri al banco degli imputati dovranno difendere la loro originalitร e mostrare la propria bellezza, dinnanzi loro un tribunale che vedrร un solo assolto, composto da una giuria popolare incappucciata dallโanonimato che pretende giustizia.
Difficile รจ comprendere la bellezzaโฆ quanto e non meno crearla! E nei mesi trascorsi, trecento tra donne e uomini, hanno letto i cinque libri finalisti in segretezza, senza poter ascoltare lโaltrui parere e neppure esprimere il proprio.
Ad oggi, che il dado รจ stato tratto, abbiamo la possibilitร di estrapolare una sintesi di un anno letterario, riflettere sui percorsi conclusi, restando immobili a guardarsi indietro per comprendere errori, e forse, per decidere di tornare sui propri passi.
Alma di Federica Manzon
Dilaga ovunque di Vanni Santoni
Il fuoco che ti porti dentro di Antonio Franchini
La casa del mago di Emanuele Trevi
Locus desperatus di Michele Mari
Questi i cinque finalisti che avranno il compito di ridare senso a ciรฒ che perde senso nel tempo, costoro dovranno riaccendere il motore del cambiamento attraverso la creativitร che concede innovazione sotto il nome di Cultura.
I pronostici incalzano come fosse una competizione sportiva a tre, che ovunque sono dati vincitori anzi tempo, ma in cui non riconosco il mio favorito.
Dilaga ovunque racconta degli spazi concessi allโarte, contesi tra la forza di una rivoluzione e il rispetto del bene comune che relega i trasgressori alla stregua di un criminaleโฆ donandoci un senso di insicurezza percepita, dove la realtร di ogni individuo รจ sostanzialmente una disciplina imposta, in cui ogni trasgressione assume quella motivazione che suscita la lotta per un diritto, ma al netto di perdere il controllo su una societร ordinatamente omologata dallโimposizione delle regole.
La casa del mago ci immerge nei rapporti famigliari, quelli che nascono spigolosi e pungenti e che, con metodo e meticolositร , si levigano nel tempoโฆ ma anche con lโimpegno e la costanza. Lโautore descrive un rapporto, due volti che si fronteggiano sembrando essere lo stesso in momenti diversiโฆ descrivendo un conflitto che relativizza il presente lasciando che ognuno possa riflettere su comportamenti di oggi che non potranno giustificarsi un domani.
Alma ci scaraventa nello strapiombo nel trascorso, in una caduta inesorabile che mostra il passato accantonato per non ricordare. Qui la โconsecutio temporumโ confonde per dare senso logico, ma non ai singoli racconti, ma a quellโinsieme di emozioni che, racchiuse nellโanima, formano lโindividuo. Una storia di scelte che traghetta la protagonista, con il suo moderno Caronte, verso quel lato sconosciuto e oscuro di cui solo abbiamo sentito parlare senza conoscerlo veramente.
Il fuoco che ti porti dentro รจ il perenne, e permanente, conflitto che avvolgiamo di ipocrisia e buonismo. Scava nellโanimo alla ricerca di un movente per cui detestare, un plausibile motivo per non accettare confrontando la dualitร dellโanimo e della societร , ma che in veritร si rappresentano a vicenda. Una decadenza paranoica che sfoga la propria rabbia su figure marginali, rendendole importanti e motivandone la rilevanza, ma allo stesso tempo irritandosi per questo.
Locus desperatus รจ una croce che rende impossibile ammenda, che giudica lโesistenza nel momento in cui tornare indietro รจ ormai impossibile. Un giudizio perentorio che giunge come una sentenza dalla quale si puรฒ solo ricominciare, o ancora peggio lasciare spazio ad altri. Esprime la durezza di una vita arida che ripiega sullโavere, fino a diventare ciรฒ che si possiede diventando le proprie โcoseโ e le proprie โnozioniโ. Lโautore ci affianca un personaggio che nel suo cammino si indebolisce fino a rendersi trasparente, dove anima e mondo coincidono, dove i confini svaniscono e il tutto si tramuta in nulla.
Maria Grazia Carnร รจ nata a Catanzaro e vive a Camini, un piccolo borgo in provincia di Reggio Calabria, dopo gli studi superiori presso lโIstituto Maria Ausiliatrice di Soverato perfeziona la sua istruzione presso la facoltร di Farmacia di Pisa.
Lavora nel settore per cui ha studiato fin da subito, alternando i suoi impegni con volontariato e alcune passioni irrinunciabili.
Scrive per la testata online Incipit Sistema Comunicazione con il ruolo di capo redattrice senza mai specializzarsi su un tema preciso, ma cercando temi di interesse sociale e culturale. Nel 2023 pubblica il suo primo romanzo dal titolo “Blu ionico”, con il quale si aggiudica vari riconoscimenti, tra i quali il Premio Internazionale Panorama Golden Book Award 2024,ย e il Concorso Biennale Internazionale โPercorsi letterari dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron”, grazie al quale รจ stato segnalato alla Fiera del Libro di Francoforte 2024.