L’affetto verso un amico non viene mai meno, in particolar modo quando l’amico ci lascia e lo vorremmo sempre accanto a noi. Il ricordo Γ¨ indelebile. Per questo β€œNon poteva mancare per il caro Giorgio Vumbaca, collega di teatro per tantissimi anni, il nostro ricordo. Una giornata – ci dice Roberto Polito, compagno nel gruppo teatrale β€œA Vineja”- dedicata alla sua persona e alla sua prematura scomparsa”.

I suoi amici e colleghi hanno scelto di ricordarlo nella cittadina in cui Γ¨ nato (San Giovanni di Gerace) ed Γ¨ vissuto sino al matrimonio celebrato al Mirto, con la sua cara Maria.

Patrocinato dal Comune di San Giovanni di Gerace, presso la scuola elementare, con inizio alle ore 21,00 di sabato 9 novembre, il gruppo dell’Associazione teatrale β€œA Vineja” per ricordare Giorgio Vumbaca rappresenteranno la commedia in vernacolo scritta, come tante altre, a quattro mani, da Giorgio e la moglie, dal titolo β€œA pinzioni d’invalidità”.

β€œLa storia del gruppo teatrale – continua a dirci Polito – non lega i suoi componenti solo per l’amore per il teatro ma, principalmente per l’amicizia createsi col tempo, con una connivenza che ha segnato e reso meno grigia la nostra esistenza. Ci siamo divertiti, abbiamo riso e questo ci ha aiutati a vivere la nostra vita. Felici d’avere fatto divertire tantissime persone: bimbi … giovani … adulti … anziani… Giorgio del gruppo Γ¨ stato una colonna portante, con la sua creativitΓ  e poliedricitΓ  ha dimostrato di essere un vero artista, autore e regista. In occasione di questo giorno della memoria non potrΓ  mancare la rappresentazione di una delle sue piΓΉ apprezzate commedie. Naturalmente Giorgio non potrΓ  essere tra di noi a recitare e a dirigere… purtroppo, ma senz’altro ci guarderΓ  dal cielo sbellicandosi dalle risate”.

I suoi ex compagni ci parlano dell’amico come se fosse presente ad ascoltare e quanto ci dichiarano ha il sapore di quel recitare assieme un’ennesima scena.

β€œAmico e compagno di teatro, te ne sei andato e in tutta la compagnia teatrale hai lasciato un gran vuoto. Quante risate ci siamo fatti assieme . . . ci siamo divertiti con le tante commedie comiche, in gran parte scritte da te e dalla tua adorata moglie Maria Iozzo. Abbiamo riso – continua Roberto Polito – e abbiamo fatto ridere, consapevoli che ridere ci aiuta a vivere e ad affrontare le tante avversitΓ  di questa nostra avventura umana. In punta di piedi, con la delicatezza e la riservatezza che ti contraddistingueva, un certo giorno non sei venuto alle prove, accertamenti ci dissero . . . da allora non ti abbiamo piΓΉ visto, solo il telefono ci permetteva di comunicare. Ogni volta eri tu che cercavi di rassicurarci e tutti non vivevamo nella certezza, . . . ma nella speranza certamente, che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi. CosΓ¬ non Γ¨ stato…purtroppo, . . . certo, il piΓΉ grande dolore, con la tua perdita, Γ¨ nella tua famiglia . . . nei figli . . . nella moglie, privati di un padre . . . di un marito eccezionale. Ma, credimi, Γ¨ una perdita per tutta la compagnia teatrale, di cui tu eri l’anima e che da tutti ti facevi voler bene per la tua indole mansueta e dolce, per la tua estrema disponibilitΓ . Giorgio ridi… continua a ridere anche dal cielo, dove certo tu sei, e aiuta anche noi a continuare a ridere e a far ridere, passato questo momento – conclude Polito – in cui il dolore alberga in tutti noi sappi che non ti dimenticheremo mai e se il 9 di novembre, con gli altri angeli non sei impegnato a far ridere qualche santo, guardaci recitare la tua commedia. Ti abbracciamo forte, in attesa di continuare tutti insieme in cielo a rallegrare anche il Signore, a cui fare da umili menestrelli”.

Ti sei perso