Le porte della piccola chiesa dell’Eremo dell’UnitΓ  e della Chiesa di Santa Maria di Monserrato in Gerace guardano verso oriente, porte aperte all’orizzonte, ben distinguibile, alla ricerca di una completa unitΓ  e serenitΓ . A far vivere l’eremo l’Eremo Suor Mirella MuiΓ , Calabrese originaria di Siderno, madre Mirella MuiΓ  giorni orsono ha continuato a tenere aperte le porte per vivere, dire e ascoltare ancora la liturgia della parola.

Nella piccola chiesa si Γ¨ tenuto un incontro ecumenico diocesano che ha espresso l’alto valore che la parola esprime. Erano presenti, per la liturgia della Parola, il vescovo di Locri-Gerace Francesco Oliva, due monaci ortodossi rumeni di San Giovanni Theristis in Bivongi, il pastore Pino Imperitura, e il sacerdote ortodosso della diocesi di Reggio, p. Sergej, che Γ¨ stato nominato rettore della chiesa di San Giovannello in Gerace.

Come ha ricordato nel suo saluto iniziale la monaca eremita che abita l’eremo dell’UnitΓ  adiacente alla chiesa stessa, madre Mirella MuiΓ , la storia di quel luogo Γ¨ un segno, non solo per la Diocesi, ma anche per tutta la chiesa della Calabria. La collina sulla quale poggia l’eremo con la Chiesa era, fin dal XΒ° secolo, una cattolica – katholikon – come quella piΓΉ celebre di Stilo, essendo posta fuori dalle mura del borgo, di fronte alle tante grotte abitate dagli eremiti, che vi si riunivano per la veglia del sabato e la liturgia della domenica. La vocazione di questo luogo corrisponde alla profezia di Isaia 56:” Il Signore dice: ‘La mia casa sarΓ  chiamata casa di preghiera per tutti i popoli” – e cosΓ¬ Γ¨ stata nel corso dei secoli.

Le letture del giorno conclusivo della settimana di preghiera per l’unitΓ  dei cristiani sono state commentate in profonditΓ  dal vescovo, dal pastore e dai sacerdoti ortodossi.

I fedeli provenienti non solo dalla Diocesi di Locri-Gerace, ma anche da altri luoghi della Calabria hanno vissuto con compenetrazione ogni parola. La partecipazione nel significato delle letture e nel commento dei sacerdoti Γ¨ stato notevole.

L’eremita ha incoraggiato i presenti a riconoscere, ricordare e custodire la memoria storica della chiesa diocesana e calabra, per non dimenticarne l’identitΓ  ecumenica fin dai primi secoli e continuare ad esserne testimoni, riconoscendosi eredi di una tradizione di unitΓ  che Γ¨ “per tutti i popoli “.

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