Il Centro pastorale della Diocesi di Locri β Gerace questa mattina ha vissuto uno dei giorni piΓΉ belli e da ricordare negli annali della storia. Non cβera un posto a sedere e alla 47Β° Giornata Nazionale per la Vita, hanno partecipato diverse scuole superiori del comprensorio. La celebrazione ha avuto inizio con i saluti e i ringraziamenti a tutti i presenti da parte del Vicario Generale Don Piero Romeo, il quale fa appello allβ importanza della vita e presenta coloro che testimonieranno, al fine di condurre alla riflessione.
βLa vita Γ¨ unβesperienza difficile β afferma senza mezzi la Psicoterapeuta e Garante dellβinfanzia e dellβAdolescenza Francesca Racco – in cui la speranza e la forza sono fondamentali. La vita Γ¨ il valore piΓΉ importante e forza e speranza vanno a braccettoββ.
Β La dottoressa servendosi anche di diapositive, si sofferma sul tema della paura, emozione che, secondo lei, ha un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni ma che, in grande quantitΓ , puΓ² bloccare lβindividuo nel fare le cose e innescare in questβultimo lβidea di non essere allβaltezza delle situazioni. A questo proposito, fa appello all’ ββInverno Demograficoββ, ossia al lungo periodo di tempo caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione, dovuto al calo delle nascite, riflettendo sulla ββpaura di non sentirsi pronti a procreareββ, senza giudicare casi specifici.
βIl ruolo fondamentale ce lβhanno lβamore e la fiducia in sΓ© stessi per superare le difficoltΓ poichΓ© se non stiamo bene con noi stessi non riusciremo a dare agli altriββ. La specialista si sofferma sullβimportanza di chiedere aiuto se si ha necessitΓ – ββ. . . CβΓ¨ tanta ansia, depressione, autolesionismo, cβΓ¨ tanto, ma dico una cosa: Γ¨ vero che voi giovani chiedete molto piΓΉ aiuto rispetto agli adulti di un tempo. Sta poi a noi adulti accogliere il bisogno. Anche il labirinto piΓΉ complicato ha una via dβuscitaββ.
La dottoressa non si risparmia nel dare consigli e invita i ragazzi a non soffermarsi a cercare il senso della vita o a preoccuparsi eccessivamente del futuro, ma di concentrarsi prima a cercare la propria strada senza rincorrere lβideale di una vita perfetta.
ββLa vita Γ¨ bella nelle sue imperfezioniββ. Poi la chiosa finale che da la scossa ai tanti presenti con lβimmagine del sole dietro le nuvole, simbolo di speranza e la frase: ββLa vita inizia quando finisce la pauraββ.
Don Piero Romeo, organizzatore dellβevento apre una parentesi sullβaumento del numero di hikikomori, giovani che per diversi motivi finiscono con lβisolarsi dalla societΓ , e ponendo una domanda ai ragazzi: ββ In che cosa spera uno della vostra etΓ ? ββ. Dopo le varie risposte degli studenti, la parola passa al Ginecologo, Obiettore di coscienza Guido Gliozzi.
Il suo racconto non fa muovere dalle poltroncine chi lo ascolta. Commuove e fa riflettere. Due episodi. Il primo datato 1974. Lβassistenza allβapparente morte di un bambino che, dopo un parto dβurgenza, non respirava, ma che lo stesso medico ha battezzato e rivisto dopo diversi anni, perfettamente in salute. Il secondo, quello di una donna che voleva abortire poichΓ© spaventata dalle circostanze in cui era rimasta incinta. Β Il medico Gliozzi lβha accolta in casa propria e aiutata a cambiare idea senza che venissero messe in pericolo le vite o la carriera di nessuno. Poi un video per spiegare come nasce la vita dal punto di vista scientifico e giustificando lβessere obiettore di coscienza con il Giuramento dβIppocrate.
La giovane immigrata Arezo Rashidi, racconta la sua esperienza e narra della condizione delle donne in Afghanistan, prima e dopo lβavvento dei Talebani. Una volta arrivata in Italia, – afferma – ββho dovuto fare da genitore ai miei genitoriββ- riferendosi alle difficoltΓ nellβapprendimento della lingua e della cultura e invitando i ragazzi a lottare e a rialzarsi di fronte alle difficoltΓ – ββNoi siamo molto piΓΉ potenti di quello che pensiamoββ.
Le testimonianze sono tante e tutte toccanti.
ββDai fallimenti β affermano i coniugi Carmine Gelonese e Annarita Ferrato – si riparte e si esce volendosi bene, accettandosi per come si Γ¨ββ-. Nel 2000 abbiamo adottato in Ucraina il nostro primo figlio. Aveva poco meno un anno; nel 2008, dallβ India sono arrivati altri due ragazzi. Abbiamo gestito spiegando la fraternitΓ anche con lβaltro bambinoβ.
Nella vita di tutti i giorni accompagnano le coppie nelle scelte di vita e trattano il tema dellβambiente che favorisce la relazione e di come poterlo migliorare.
Anna e Paolo Campolo chiudono le testimonianze. ββIo di mestiere faccio la mamma, – dice Anna – Paolo fa il papΓ ββ- i due lavorano in una casa famiglia dove affidano e/o adottano i bambini, le cui famiglie non sono in grado di prendersene cura. La nostra esperienza parte dagli incontri: quello tra noi stessi e il matrimonio, quello con il Signore e quello in un convegno in cui abbiamo capito cosβΓ¨ lβadozione e lβaffidamentoβ.
Con loro Colgono Nicola, un ragazzo con la sindrome di down, che hanno accolto in affidamento e poi adottato e amato.
Β Dopo aver vissuto la realtΓ degli ospedali psichiatrici di Reggio Calabria, – aggiunge Paolo – dove qualcuno ci ha chiamato papΓ o mamma, anche se avevano ventβ anni piΓΉ di noiββ oggi siamo felici di essere qui e raccontare di tutto il lavoro fatto attraverso la comunitΓ . ββIl bene Γ¨ centomila volte meglio del maleβ Una giornata per la vita che ha segnato molte persone. Non dimenticate lβattenzione agli ultimi i ringraziamenti della vice DirigenteΒ degli istituti Mazzini Girolama Polifroni e gli omaggi floreali a tutti i testimoni.
Sara Pia Cardenia, ha quasi 18 anni e frequenta il Liceo delle scienze umane G. Mazzini di Locri, ha fatto per due anni alternanza alle scuole elementari. Gli piace stare con i bambini e in generale con gli altri. Nel suo futuro vorrebbe intraprendere lo studio delle scienze della formazione primaria e per questo ha studiato e acquisito la certificazione come formazione sui pericoli del web.