Nei giorni scorsi, il Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, monsignor Serafino Parisi ha benedetto benedizione la cappella allβinterno della casa di Platania della Missione Belen.
βVorrei ringraziare coloro che consentono questo servizio con la loro presenza, con la loro disponibilitΓ , con la loro generositΓ β ha detto monsignor Parisi – : i laici; i volontari; don Armando che ha preso a cuore la missione Belem e sta indirizzando le sue forze perchΓ© questa porzione bella di Chiesa possa essere davvero servita con tutti i mezzi necessari ed utili perchΓ© lβumanitΓ possa crescere, vivere insieme e mostrare la veritΓ della vita dellβuomo, riscoperta, ristabilita, ricostruita dentro la storiaβ.
La Missione Belen Γ¨ un vero e proprio βcammino di stradaβ nel mondo e anche nella Diocesi di Lamezia Terme, con sede a Platania da anni porta avanti la sua opera di evangelizzazione tra gli ultimi. Nata in Brasile, dove oggi ci sono 170 case di accoglienza, la sua opera si Γ¨ diffusa in tutto il mondo con la creazione di questi luoghi che ospitano βgli ultimiβ e dove la Parola di Dio Γ¨ il centro da cui ripartire con la propria vita per βvivere una vita nuova: Si tratta di una grade famiglia β spiegano dalla Missione β per chi non ha famigliaβ.
Allβinterno della Missione tante storie.
βNon sono cliniche – tiene a precisare suor Maria Vittoria, 31 anni di Sassuolo -, ma si tratta di case dove sono accolti ammalati, persone che vivono per strada e che, a volte, sono schiave di alcol e/o droga, ma anche poveri, tra cui anziani e bambini. Noi viviamo della provvidenza di Dio: ci sono tantissimi volontari che si avvicinano per aiutare in tutti i modi portando vestiti, mettendo a disposizione la loro professione, contribuendo con quello che possonoβ. Giovane studentessa con il sogno di diventare pediatra, di farsi una famiglia, suor Maria Vittoria, durante un ritiro, incrocia la sua storia con quella della missione Belem. Quella esperienza Γ¨ cosΓ¬ forte che decide di donarsi agli altri, di βrigenerare vita a fratelli che non si sentivano amati. Questo β racconta – ha portato tanta gioia al mio cuore al punto che, dopo aver fatto missioni di strada in Italia recandomi anche nelle carceri, incontrando la sofferenza e la solitudine di molte persone che in noi vedevano conforto, sono stata in Brasile dove ho proseguito il mio discernimento, frequentando la scuola di formazione della Missione, preparando fratelli al battesimo ed alla comunione, prendendomi cura degli ammalati. Γ stato allora che ho deciso di consacrare a Lui la mia vita. Incontrando i piΓΉ piccoli, quelli che non si vedono, che soffrono, che sono devastati dalla droga e da altri tipi di sofferenze, ho sentito nascere dentro di me la gioia di poter incontrare GesΓΉ proprio in loro, nella loro richiesta di aiuto, nel dare loro la possibilitΓ di rinascere. Ora posso dire che sono felice perchΓ© vivo la mia vocazione di seguire GesΓΉ e di donarmi a quelli piΓΉ piccoli, piΓΉ poveri che sono disprezzati e non hanno famiglia. Questa Γ¨ la mia gioiaβ.
La vocazione al sacerdozio per don Renato, invece, nasce quando, durante βuna missione al nord del Brasile in una zona povera, a BelΓ©m do ParΓ , una ragazza mi ha chiesto di parlare e mi ha detto tutti i suoi peccati. Io mi sentivo davanti alla donna condannata che voleva ritornare a Dio e lΓ¬ ho sentito fortemente il desiderio di potere essere ponte della misericordia di Dio e poter darle il perdono, il sollievo di cui aveva tanto bisogno, ma non essendo sacerdote non ho potuto farlo ed abbiamo fatto una semplice preghieraβ. Il suo incontro con GesΓΉ, invece, βnon Γ¨ stato semplice perchΓ© avevo un cuore molto duro β racconta – e ragionavo con pregiudizi su tutti i discorsi religiosi. PerΓ², mi sono reso conto che mi faceva molto piacere aiutare le persone e quando ho iniziato a fare parte di un gruppo di giovani che aiutava le persone di strada non pensavo ad altro che aiutare.
Questo aiutare mi rendeva felice, stare sotto il ponte con loro, nei marciapiedi. Un giorno ho portato un pasto a uno di questi fratelli che era molto ubriaco e non ha voluto neanche mangiare, mi sono seduto al suo fianco e lΓ¬ mi diceva un poβ che era da poco per strada ma non ha voluto parlare piΓΉ di tanto. Allora, ho proposto una preghiera e quando abbiamo finito lui ha preso la mia mano, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: βTu eri sotto il ponte con la chitarra vero? Io ti ho visto, sono stato felice di te quel giornoβ.Β Questo per me Γ¨ stato come se proprio GesΓΉ mi dicesse: βTutto quello che avete fatto al piΓΉ piccolo lo avete fatto a meββ.
Ora, qui, nella Diocesi di Lamezia, don Renato si sente βchiamato, come Missione BelΓ©m, per gli ultimi e so che Γ¨ per questo che sono venuto in Italia. Γ una missione bellissima quella di potere trovare tutto il mondo per strada. Possiamo infatti conoscere ed evangelizzare tutto il mondo in un certo modo, questo Γ¨ molto interessante trovarsi nella stessa tavola con fratelli indiani, arabi, del nord Europa e sud Africa che pregano, ringraziano a Dio insieme e condividono esperienze come una vera famiglia, solo Dio puΓ² fare questoβ.
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