Promosso dalla Nobile Accademia Mauriziana, delegazione di Reggio Calabria “Io donna: mi racconto”, evento che dΓ voce alle donne attraverso la creativitΓ giovanile nella scuola.
Nella Sala riunioni dellββITE βPIria Ferraris Da Empoliβ, oggi martedΓ¬ 11 marzo, si Γ¨ parlato efficacemente di βdonnaβ, grazie alla collaborazione tra i soci della Nobile Accademia Mauriziana, delegazione R.C., rappresentata dal cav. Giuseppe Tripodi e la Scuola. La manifestazione Γ¨ stata aperta dalle significative parole dellβavv. Anna Rita Galletta, Dirigente dellβIstituto che, salutando gli intervenuti, ha effettuato un brillante excursus concettuale sul ruolo della figura femminile ieri e oggi. Lβ iniziativa entra a far parte del corredo di attivitΓ svolte dagli alunni dellβIstituto, sponsorizzate con determinazione e forza da una Dirigente che interpreta con grande disponibilitΓ e intraprendenza le esigenze della scuola italiana attuale. Lβavv. Galletta ha proseguito con la lettura di una delicata lirica omaggiatale dal poeta romano, nonchΓ© maresciallo dellβAeronautica, Stefano De Angelis, presente allβincontro. Il Cav.Giuseppe Tripodi ha di seguito preso la parola sottolineando lβutilitΓ di tale giornata e il gradevole contesto in cui se ne Γ¨ effettuato lo svolgimento. Tra il pubblico la presenza gradita dellβavv. Diego Geria, storico reggino e veterano della promozione culturale della scuola.
Hanno curato la regia, la realizzazione e lβorganizzazione della manifestazione le docenti referenti alla comunicazione, Laura Sidari e Giovanna Freno. Professionale e puntuale la collaborazione del lβAssistente Tecnico, Aurelio AzzarΓ .
Un gruppo di giovani talenti, Maryam Shafqat Rana, Aya Boutaj, Giada Santagati, Alice Napoli, Arianna Candido, Francesco Logoteta, Salvatore Violani ha dato vita ad alcune scenette recitate, affrontando temi delicati e rilevanti, quali lβintegrazione, la maternitΓ , il tradimento, il catcalling, la manipolazione verso lβuomo, legati nella fattispecie alla condizione femminile oggi. Lβosservazione di tale rappresentazione ha dato il via alla riflessione della Dirigente Psicologa ASP R.C., dott.sssa Rosa Veccia, che sagacemente ha commentato le problematiche affrontate con i piccoli attori e il giovane pubblico, coinvolgendo i presenti in unβinteressante disamina della tematica.
La rappresentazione artistica, cosΓ¬, Γ¨ diventata il veicolo per sensibilizzare e far riflettere sul mondo femminile, spesso messo in ombra da stereotipi o incomprensioni. Con tali modalitΓ , lβiniziativa Γ¨ risultata fondamentale non solo per portare alla luce ipotetici spaccati di storie silenziose, ma anche per dare alle donne, attraverso fresche dinamiche interpretative, l’opportunitΓ di esprimere il loro vissuto in modo tangibile. Le scenette non sono state solo un’arte performativa, ma anche un momento di condivisione e di necessario messaggio. Quando una donna si riconosce in una scena, quando vede un aspetto della propria vita riflesso in un personaggio, si sente meno sola e piΓΉ consapevole del proprio valore.
Eventi come questi fungono da “terapia sociale”. Affrontare, in maniera collettiva, temi che spesso vengono rimossi o taciuti, aiuta a liberarsi dal peso del silenzio e a stimolare un cambiamento culturale. Le donne, troppo spesso, sono costrette a vivere in un mondo che non valorizza la loro complessitΓ e le loro emozioni. Il valore didattico Γ¨ chiaro: parlare di sΓ© e del rapporto con il sesso maschile attraverso l’arte Γ¨ una modalitΓ di auto-espressione che promuove il benessere psicologico, poichΓ© incoraggia nei giovanissimi l’auto-consapevolezza e la solidarietΓ tra pari.
Gli studenti in tal caso non hanno voluto realizzare solo una semplice rappresentazione teatrale, ma hanno voluto invitare a riflettere su come la societΓ possa migliorare il modo in cui vede, ascolta e supporta le donne. Ogni scena, ogni personaggio, diventa simbolo di una questione personale, ma anche collettiva, per il riconoscimento dei diritti e della dignitΓ di ogni persona.
In un mondo che sembra a volte troppo indifferente alle difficoltΓ quotidiane che molte donne affrontano. Iniziative come “Io donna: mi racconto” rappresentano una boccata d’aria fresca, una speranza che attraverso la voce e l’arte, le donne possano finalmente riscrivere la propria storia, senza paura di essere giudicate o discriminate.

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