Scrive Vito Teti: βA 130 anni dalla nascita di Alvaro (San luca, 15 aprile 1895), occorre ripensarlo in maniera nuova, non rituale e mummificata. Anche con materiali inediti e con nuovi apparati critici. Solo cosΓ¬ collocheremo il grande scrittore e intellettuale nato in Calabria nella letteratura e nella cultura europea e lo sottrarremo a immagini localistiche, lacrimevoli e retoricheβ.
Ecco, Alvaro nasce nel 1895, lβanno della nascita del cinema (il 28 dicembre, la prima proiezione a pagamento, al Salon Indien di Parigi, dove Γ¨ stato proiettato βLβarrivo del treno alla stazioneβ). Certamente Γ¨ stato prima di tutto un grande scrittore, relegato, purtroppo, nel passato e, in molte occasioni, anche nel presente, ad una sorgente letteraria esclusivamente meridionalistica non consona alla sua statura europea. Alvaro Γ¨ stato rappresentato con studi critici nei limiti di una calabresitΓ malintesa, mentre la sua espressione letteraria respira una cultura antropologica della Calabria vista con gli occhi dellβArte. Egli stesso ha scritto, rispondendo al dibattito βLa narrativa meridionale oggiβ, proposto e ospitato dalla rivista βProspettive Meridionaliβ: non ho mai aspirato ad acquistare la figura dello scrittore meridionale (β¦). In altri termini non mi sono mai proposto dβilluminare, se non in qualche saggio o studio, la condizione della mia regione, la Calabria, nΓ© di illustrarne i problemi piΓΉ o meno attuali (β¦), pur se resta il fatto che sono stato io a dare certi segni dellβanimo di quella regione e nellβorbita di un certo gusto e dello svolgimento letterario degli anni β30. Individuati certi punti di un mondo poetico, riesce poi facile esplorarlo.
Il cinema Γ¨ stato, per Alvaro, una tappa necessaria per il suo percorso artistico e intellettuale, perchΓ© la settima arte gli ha consentito uno sguardo diverso sul mondo, utile per arricchire le sue considerazioni sulla condizione umana. Gli scritti sul cinema sono un riferimento importante perchΓ©, come scrive lo storico Gian Piero Brunetta, sono capaci di βspostare di continuo lβattenzione ai fenomeni piΓΉ svariati, dal cinema al film, dallβautore ai fruitori, dal testo al contesto, riuscendo ad interpretare fenomeni che al critico professionale sfuggivanoβ.
Come il cinema, anche il teatro Γ¨ stato importante per il percorso sociale e critico di Alvaro. Con le due arti Alvaro ha iniziato un rapporto in contemporanea: nel 1923 scrive, per la rivista settimanale βIl Mondoβ, lβarticolo βPrevalenza del teatroβ, per comunicare che βil teatro lβha vinta sul cinematografoβ. Lβ8 marzo di quello stesso anno avviene il suo esordio teatrale con lβatto unico Il paese e la cittΓ , al Teatro degli Indipendenti di Roma.
Con i suoi articoli, saggi, critiche e collaborazioni a 20 soggetti e sceneggiature, Alvaro percorre, per Quasi una vita, il suo personale labirinto cinematografico alla ricerca del ruolo del cinema nella societΓ . Non riuscirΓ a trovare lβuscita, perchΓ© la ricerca Γ¨ condizionata dai Valori della cultura dellβuomo, il Teatro e la Letteratura, forgiati sullβincudine della βciviltΓ contadinaβ. Ma i suoi scritti sul cinema (Corrado Alvaro e il cinema-una magnifica ossessione, a cura di Maria C. Briguglio e Giovanni ScarfΓ²) sono racconti capaci di mettere in luce le trasformazioni in corso nel mondo che avvengono anche a causa del cinema, nel confronto costante e pervicace tra vecchio e nuovo, tra i sentimenti della tradizione e le esigenze della modernitΓ .
Il βteatro di Alvaro -scrive Aldo Maria Morace – rinnova i suoi caratteri in sintonia con la svolta epocale, avvertibile in tutta la letteratura del dopoguerra [β¦]. βNel paese in rovina – scriveva Alvaro nel dicembre del 1944 – il teatro Γ¨ la prima testimonianza di un dramma che cβinveste tutti, uno dei legali solidali che possiamo stabilire fra noi e lβumanitΓ […]β. (Dunque) Alvaro si volgeva intensamente al teatro visto come il genere letterario piΓΉ funzionale a stabilire un contatto diretto con la societΓ , per impedirle di dimenticare la tragedia della dittatura e della guerra, ma soprattutto per porla di fronte a sΓ© stessa, mostrandole come in uno specchio la degradazione dellβumano [β¦], denunziando con alta e amarissima tensione civile il suo mancato rinnovamentoβ. (Corrado Alvaro, Teatro, Fondazione Corrado Alvaro).
La βprevalenza del teatroβ Γ¨ ribadita da Alvaro nel momento in cui scrive un testo per sottolineare la superficialitΓ e il cinismo del cinema, soprattutto nei confronti delle comparse e dei piΓΉ deboli che aspirano al successo, senza riuscirci. Dal 1926 lo racconta varie volte su alcuni quotidiani con diversi titoli e, infine, a teatroΒ con il titolo Una piccola parte, un atto unico sullβusoΒ del corpo nel mondo del cinema, che, insieme ad altri lavori rimasti incompiuti, rappresenta il βtentativo di Alvaro di dare vita ad un teatro di alta moralitΓ sociale e di sofferta coscienza storica: tentativi naufragati per lβimpossibilitΓ di evitare il coinvolgimento viscerale dello scrittore nellβanalisi della societΓ e della storia, sino a smarrire la capacitΓ stessa del giudizio e della prospettivaβ(Aldo Maria Morace).
Con queste premesse, comprese quelle relative al dibattito sulla traduzione dei libri in film, e la paura che il cinema possa operare un livellamento socio-antropologico rubando anche lettori ai libri, il βmondo nuovoβ cinematografico Γ¨ fonte, per Alvaro, di ansia e timore perchΓ© rischia di cancellare il βmondo della memoriaβ; comunque nel βmondo nuovoβ occorre prendere posto, scrive Alvaro, osservando e raccontando, perchΓ© lβ βarte meccanicaβ ha sempre affascinato il pensiero alvariano, e βper questo β scrive Goffredo Fofi β rendendolo piΓΉ caro di altri autori dediti solo alla βcausaβ della letteratura, ma privi di tensioni al mondo e dalle stesse contraddizioniΒ e trasformazioni della societΓ della loro epocaβ.
Occuparsi di cinema significa dunque, per Alvaro, restare ancorato alla realtΓ del suo tempo e ai tempi piΓΉ vivi e attuali della cultura contemporanea, per mettere in luce, attraverso il cinema, i segni piΓΉ appariscenti della crisi di Valori incombenti sulla societΓ moderna del primo dopoguerra in via di trasformazione, βunaΒ societΓ che si avviava a divenire la βsocietΓ dello spettacoloβ, in un mondo che prima o poi avrebbe confuso gli uomini con i loro simulacriβ (Callisto Cosulich); perchΓ©, secondo lo scrittore, βsi tende a subire le conquiste della tecnica senza pensare a dominarla, mentre i nuovi ritrovati cadono nella mani di irresponsabili e di arrivisti senza scrupoliβ. Corrado Alvaro aveva previsto tutto.

Presidente del Centro Studi, Ricerche e Promozione Cinematografica βFrancesco Misianoβ e Direttore della Cineteca della Calabria. L’ attivitΓ di Giovanni ScarfΓ² si manifesta secondo la direttiva di una promozione umana e sociale nel campo della cultura cinematografica e teatrale con la pubblicazione di libri e articoli sul cinema, la produzione e la scrittura teatrale, la realizzazione di programmi televisivi, manifestazioni, produzioni e regie cinematografiche.
Ha pubblicato otto libri sul cinema, ha realizzato alcuni programmi sullo spettacolo in Calabria, trasmessi dal Tg Rai Calabria nei primi anni β90, ha scritto testi teatrali e sceneggiature.
Ha vinto, nel 2021, il PREMIO FERSEN ALLA REGIA E ALLA DRAMMATURGIA TEATRALE con il testo teatrale LA STRANIERA, dedicato alla scrittrice ANNA MARIA ORTESE, consegnato al Piccolo Teatro di Milano.