Il primo sabato di marzo, al Santuario diocesano Nostra Signora dello Scoglio, nel pomeriggio, il vescovo della diocesi di Locri – Gerace, ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica, attorniato da molti sacerdoti i quali, prima, hanno confessato, per ore, devoti mariani provenienti da varie regioni italiane e dall’estero. Il santuario dello Scoglio, infatti, è meta costante e continua di pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo. Fratel Cosimo, fondatore e anima del rinomato santuario, ha elevato al Signore, accanto al vescovo, dinnanzi al Santissimo Sacramento esposto all’adorazione dei fedeli, una preghiera di intercessione per tutti gli ammalati e sofferenti. Prima ha tenuto una evangelizzazione, che riportiamo, qui di seguito, integralmente: “Ci ritroviamo ancora una volta, come di consueto il primo sabato di ogni mese, riuniti all’ombra di questo Santuario dello Scoglio per condividere momenti di ascolto, di riflessione e di celebrazioni comunitarie, che ci consentono di crescere nella fede e nella conoscenza di nostro Signore Gesù Cristo. Come sapete dal giorno ventidue di febbraio scorso, mercoledì delle ceneri, abbiamo incominciato il tempo quaresimale, infatti ci troviamo già nella seconda settimana di Quaresima. Questo tempo è un tempo particolare per tutta la chiesa, cioè per tutto il popolo santo di Dio in cammino, un tempo diremmo forte, un tempo in cui siamo chiamati a riconvertirci, a purificare il nostro cuore, a riconciliarci con il Signore attraverso il Sacramento della penitenza per rinnovarci spiritualmente. Sforziamoci di migliorare la nostra condotta di vita, il nostro comportamento, cerchiamo di vivere da più cristiani e seguaci di Gesù Cristo, così questo tempo di Quaresima sarà proficuo per ciascuno di noi, e porterà frutto nella nostra vita. Ora, animati da questi sentimenti, vogliamo ascoltare la Parola del Signore nel Vangelo di Matteo cap.17, a partire dal v. 4 fino al v. 6: “Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questi è il Figlio mio, l’amato: In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: Alzatevi e non temete. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo”. Fratelli e sorelle, nella Sacra Scrittura possiamo osservare come degli eventi molto importanti siano avvenuti proprio su un monte. Per esempio, vi leggiamo nel Libro dell’Esodo che proprio su un monte Mosè ricevette le due tavole della legge, sulle quali stavano impressi i dieci Comandamenti per il popolo d’Israele ed anche per ciascuno di noi oggi. E ancora, su un monte detto delle Beatitudini, Gesù pronunciò un sermone straordinario conosciuto come il sermone della montagna, pieno di insegnamenti, suggerimenti, consigli, esortazioni, avvertimenti e richiami per ognuno di noi. Ora, nel capitolo 17 del Vangelo di Matteo, che abbiamo ascoltato, l’Evangelista ci dice che proprio su un alto monte è avvenuto uno degli eventi più straordinari che hanno caratterizzato la vita terrena del Signore Gesù, e cioè la sua trasfigurazione. Infatti è scritto: “E fu trasfigurato davanti a loro”, davanti ai tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni. Tenendo in considerazione che, come ho detto prima gli avvenimenti più importanti riguardanti la vita del Signore siano avvenuti su un monte, questo mi induce a riflettere sul fatto che ciascuno di noi, come cristiani, dovremmo elevarci sempre più in alto, cioè dovremmo ascendere la vetta più alta della spiritualità e della santità, perché tutti siamo chiamati ad essere santi, come dice la Parola di Dio nel libro del Levitico: “Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono Santo”. Nel contemplare l’avvenimento della Trasfigurazione, come figli di Dio possiamo certamente dire che è stato un momento veramente bello per i tre discepoli stare in disparte con il Signore, ovvero vivere allo stesso tempo una relazione intima con lui. Gesù se vogliamo, spesse volte si ritirava in disparte per pregare e per comunicare con il Padre. Difatti vi leggiamo nel cap. 11 v. 1 del Vangelo di Luca: Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli chiese di insegnare loro a pregare, e questa fu l’occasione per spiegare la preghiera modello che è narrata nei Vangeli, ossia quella del “Padre nostro”.

Miei cari fratelli e sorelle, dobbiamo dunque cercare di imparare da questo atteggiamento del Signore Gesù, che desiderava stare in disparte per pregare e comunicare con il Padre. La stessa cosa deve valere anche per noi. Ripeto ancora una volta, quanto è bello come figli di Dio riposarsi nel Signore, stare con lui personalmente e anche dialogare con lui intimamente. Ma prestiamo un po’ di attenzione, è possibile favorire questo solo quando noi ci ritiriamo nel segreto della nostra stanza, e ci raccogliamo in profonda preghiera davanti al Signore, proprio come dice Gesù nel Vangelo di Matteo al cap. 6 v. 6: “Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Ecco miei cari, come è possibile intrattenersi con il Signore, dialogare con lui e udire come Pietro, Giacomo e Giovanni la sua voce che parla nell’intimo del nostro cuore. Sul monte Tabor, mentre gli apostoli contemplavano estasiati la trasfigurazione di Gesù, ecco che interviene la voce del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. Noi tutti, senza distinzione alcuna, siamo chiamati oggi all’ascolto, cioè ad ascoltare la voce di Dio Padre che parla attraverso il suo Figlio Gesù Cristo, colui che ci dice nel Vangelo: “Beato chi ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica”. La Vergine Santissima, la donna dell’ascolto, colei che ha creduto alle parole del Signore e le ha messe in pratica nella sua vita, ci aiuti in questo tempo favorevole ad aprire i nostri cuori all’ascolto della Parola del Signore, affinché possiamo tutti vivere una Quaresima di cambiamento, di rinnovamento e di grazia del Signore. Dite Amen. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.” Al termine delle funzioni, il coordinatore generale del santuario, il dott. Giuseppe Cavallo, ha annunciato che sabato primo aprile p.v. si svolgerà la giornata di preghiera, vigilia della domenica delle Palme, in cui sarà presente il Vescovo, come ogni primo sabato del mese.