Quanto accaduto a San Pietro Apostolo, dove un anziano ospite di una casa di riposo – stando a quanto appreso dalla stampa – ha perso la vita pare per l’arrivo sul posto di un’ambulanza non medicalizzata, è un fatto grave, è la dimostrazione lampante che qualcosa non funziona nella sanità calabrese, è la conferma che delle difficoltà nelle quali è costretta a barcamenarsi, nel caso di specie, la rete dell’emergenza in tutto il territorio lametino.
Il caos nella gestione di questo servizio di primaria importanza, però, può essere traslato su tutto il territorio regionale. Per questo chiediamo al presidente Roberto Occhiuto di imprimere una convinta accelerazione sul percorso di riforma della medicina territoriale, in Calabria dal 2020 al 2021 il numero di medici di base si è ridotto di 405 unità, e di efficientamento della rete dell’emergenza urgenza.
Ci sembra sia arrivato il tempo di dare vita a quel “Sistema di emergenza” che la Regione Calabria ha preventivato nei suo atti ufficiali.
In questo senso, crediamo sia determinante avviare rapidamente il sistema di allarme dotato di numero telefonico breve e universale “118”, collegato con le Centrali operative che garantiscono il coordinamento di tutti gli interventi, 24 ore su 24, e danno le risposte nell’ambito territoriale di riferimento. In alcune regioni è stato costituito il numero unico 112 che ha incorporato anche le funzioni del 118.
Ma non solo. Nella nostra idea di sanità moderna riteniamo sia indispensabile promuovere un sistema di soccorso costituito da ambulanze di soccorso base e trasporto, ambulanze di soccorso avanzato, centri mobili di rianimazione ed eliambulanze.
Allo stesso tempo, poi, è opportuno costruire una rete di servizi e presìdi rappresentata da:
Punti di Primo Intervento, fissi o mobili, organizzati per esigenze stagionali o temporali in località turistiche e per manifestazioni di massa (sportive, religiose, culturali eccetera) in cui viene prestato il soccorso necessario e/o viene stabilizzato il paziente critico fino al trasferimento nella struttura ospedaliera più idonea.
Con pronto soccorso ospedalieri che effettuano accertamenti diagnostici ed interventi necessari per la soluzione del problema oppure, nei casi più complessi, stabilizzano il paziente per l’eventuale trasporto in un ospedale specializzato.
Infine, si pare necessario stimolare la strutturazione funzionale dei Dipartimenti di emergenza-urgenza accettazione (i cosiddetti Dea) che altro non sono se non un insieme funzionale di unità operative del quale fa parte personale specialista in ambiti diversi che adotta un unico codice di comportamento assistenziale per assicurare una risposta rapida e completa.
Vorremmo ricordare a chi di competenza che la pessima organizzazione del sistema sanitario in Calabria non può più essere accettata.
Francesco De Biase
Segretario generale
Uilpensionati Calabria
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