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Il Professor Giuseppe Romeo docente incaricato di Relazioni internazionali presso l’UniversitΓ  del Piemonte Orientale e di Storia delle Relazioni internazionali presso l’UniversitΓ Β diΒ Torino, ma originario della Locride, ha incontrato i Soci del Rotary Club di Locri presso il Grand Hotel President di Siderno, per discorrere della sua recente pubblicazione β€œUna nazione incompiuta – L’Italia: dal sistema dei partiti alla crisi della democrazia”. L’incontro Γ¨ stato moderato dal Giornalista Pasquale MuiΓ  che con la consueta professionalitΓ  ha posto al relatore domande opportune e, a volte, anche sottilmente provocatorie. Pure gli ascoltatori sono stati coinvolti dall’esposizione dell’Autore e dall’attualitΓ  dell’argomento e volentieri hanno interloquito con lo stesso. Il Prof. Romeo non ha avuto difficoltΓ  a ricondurre la maggior parte delle criticitΓ  in cui si dibatte il nostro Paese, prima fra tutte l’annosa e ancora irrisolta β€œquestione meridionale”, al modo verticistico e non sempre lineare con cui Γ¨ avvenuta l’unificazione nazionale. Pur non rimpiangendo certo il retrivo regime borbonico Γ¨ indubbio che Monarchia sabauda, Fascismo e Democrazia parlamentare non siano mai riusciti a venire a capo della dicotomia Nord Sud in cui ancora oggi ci dibattiamo. Ben diversamente la Germania, in pochi decenni, di due parti profondamente diverse, e avverse, Γ¨ riuscita a farne uno stato omogeneo, e avanzato, nel cuore dell’Europa. Invece, e di nuovo, i nostri giovani tornano ad emigrare non solo al Nord, ma in tutto il Mondo, per trovare il lavoro che la nostra deficitaria realtΓ  politico – statuale non riesce ad assicurare loro. Tuttavia la crisi non Γ¨ solo economica ma soprattutto organizzativa e, andando in profonditΓ , morale. La mancanza del senso dello Stato tra elite autoreferenziali inadeguate ma oltremodo privilegiate, partiti rissosi e desiderosi di occupare poltrone e sinecure, rappresenta l’Italia di oggi, sballottata tra populismi di ogni colore, β€œleghe”, β€œfratelli”, Italoforzisti”, β€œdemocrat” e, dulcis in fundo, β€œgrilli parlanti” e sembra condannarla a restare uno spazio geografico ma non politico, come un tempo ebbe a definirla il Principe di Metternich.

La parziale e comunque insufficiente riforma della Giustizia, e non solo penale, il protagonismo molesto di tanti magistrati, una stampa, con poche eccezioni, attenta solo agli interessi dei grandi gruppi proprietari che hanno ovviamente ciascuno i propri partiti di riferimento, il consociativismo a prescindere, tra governo, opposizioni e sindacati dei lavoratori che troppo spesso inseguono interessi corporativi e di bottega, leggi elettorali inconcludenti e volutamente mai costituzionalizzate, i periodici e quasi sempre impuniti scandali politico- finanziari che bruciano risorse preziose, un fisco rapace che deve reperire risorse piΓΉ per assicurare il pagamento degli interessi dell’astronomico debito pubblico che assicurare servizi ai cittadini e il suo naturale contraltare, un’evasione fiscale imponente, la situazione ormai disastrosa di una sanitΓ  che un tempo era uno dei nostri pochi fiori all’occhiello, una politica estera balbettante e che non persegue i reali interessi del nostro Paese, non diciamo nel Mondo, che non Γ¨ cosa per noi, ma neppure nella vicina e per noi vitale area del Mediterraneo e del Medio Oriente: pensiamo a quanto avvenuto in Libia ma anche in Iraq, alla riduzione delle forniture petrolifere a favore di stati vicini, solo nominalmente alleati, alla delega pressochΓ¨ incondizionata concessa alla superpotenza di riferimento, alla conseguente crisi che potrebbe rivelarsi destabilizzante di chi fugge dalla guerra ma anche dal bisogno e approda sulle nostre coste. Il Prof. Romeo ci ha aperto gli occhi, sta a tutti noi cercare di capire la sua lezione.

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