di Redazione
Un piccolo centro della provincia di Catanzaro: Cortale. Piccolo come numero di abitanti: non più di duemila anime ma, grande infinito come amore e ideali Quelli della pace e del ricordo. Così, su questi principi alla parrocchia di Santa Maria Cattolica Maggiore realizzano un presepe con il bambinello che sarà poggiato sulle macerie. Le sagome di una donna (Maria) con le mani giunte sul petto e con le spalle coperte da una giacca militare, un uomo (Giuseppe) che con una lanterna illumina tutto intorno a sé, circondato da macerie su cui giacerà un bambino.
Dietro, sullo sfondo, la parola pace scritta in tutte le lingue del mondo, con una colomba che veste un giubbotto militare anti proiettile mentre vola su quel campo di battaglia portando nel becco il ramoscello della pace. Sullβaltro lato, invece, accanto a βNo war. No wallβ compare la scritta βWelcome to Palestine. Welcome to Bethlehemβ.
Il presepe realizzato nella parrocchia Santa Maria Cattolica Maggiore a Cortale, nella Diocesi di Lamezia Terme, dove, tra i detriti sparsi per terra, campeggia una grata in legno su cui Γ¨ riportato un brano tratto dalla Lettera di Paolo agli Efesini: βEgli, infatti, Γ¨ la nostra pace colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioΓ¨ lβinimicizia, per mezzo della sua carneβ.
βI conflitti che si consumano in diversi Paesi del mondo β spiega il giovane parroco, don Luca Gigliotti, che Γ¨ anche direttore dellβUfficio di Pastorale giovanile della Diocesi β non sono cosa distante da noi. Quelle terre sono la nostra terra, quelle sono le storie dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. La pace parte anche da qui, parte anche da me. Il presepe di questβanno Γ¨ un invito a pregare perchΓ© la pace possa tornare nei Paesi colpiti da conflitti, Γ¨ un invito a provare a perseguire la via della riconciliazione, Γ¨ un segno di speranza perchΓ© tra le macerie possa nascere il Principe della paceβ¦ e non ci siano piΓΉ macerie da raccogliere, non piΓΉ lacrime da raccogliereβ.
Quindi, nel riprendere la riflessione di papa Francesco secondo cui βlβaudacia della pace Γ¨ la profezia richiesta a quanti hanno in mano le sorti dei Paesi in guerra, alla ComunitΓ internazionale, a tutti noi, specie agli uomini e alle donne credenti, perchΓ© diano voce al pianto delle madri e dei padri, allo strazio dei caduti, allβinutilitΓ delle distruzioni, denunciando la pazzia della guerraβ, don Luca ricorda la sollecitazione di don Tonino Bello: βIn piedi costruttori di paceβ.
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