Tre ragazzi si completano in un abbraccio,

tre cuori spaventati strappati via da un fiume,

tre pensieri che insieme pregano la vita di non fuggire.

Un Venerdì che parrebbe inesistente per chiunque si è tramutato nella giornata più importante per tre giovani.

Sono i ragazzi che forse volevano farsi foto a vicenda, magari perdendo la mattinata per scegliere dove, mentre il maltempo avvertiva senza distogliere la loro distrazione.

Esiste un tratto di fiume Natisone che si è reso famoso per una piccola isola che viene a crearsi per poi scomparire al ritmo del respiro dell’acqua.

È ideale da sempre e loro lo sanno, e mentre il cielo tuona e piange nel tentativo di avvertire la sua ira, la giovane età non ascolta e punta ignara la sua meta portandoli su quella montagnola… tutti e tre… e ridendo e scherzando neppure notano che i loro piedi si appesantiscono su quella terra che si è ormai tramutata in fango.

Attorno il beige marezzato di scuro scorre ondeggiando creando correnti che paiono illogiche, e prima ancora di aver potuto cedere alla paura i piedi sono scomparsi sotto la melma, immobilizzati come per paura.

Unica forza rimasta, nel breve tempo che avvinghia fino alle ginocchia, è un abbraccio nel quale tre anime si stringono fino a rendersi unica.

Tre giovani vite tremanti che rinunciano a se stessi e per cui il valore di una vale tutte. Un abbraccio che stringe quanto più la corrente alza il fiume, mentre la mente si spegne di idee per ricordare i momenti.

Ma la piena gonfia e spinge soffiando codarda, le gambe tremano frustate dai flutti, mani scure non lasciano presa mentre in loro pulsa cianotica la vita, aggrappata in quell’abbraccio aldilà del quale l’ignoto aspetta.

Cristian Casian Molnar (25), Patrizia Cormos (20) e Bianca Doros (23)

Ma la vita è debole e la natura intera piange su quei ragazzi che ormai sono uno, le forze svaniscono come un vuoto che diventa pieno di terrore… in quell’ultima presa che delude e conferma l’ultimo rimpianto, l’abbraccio si spezza lanciando in aria frantumi di cuori tutti uguali.

Indomabili cavalli scuri di limo saltano imbizzarriti alzando creste di schiuma bianca, che sbalzano, trascinano e separano, ognuno risucchiato per la propria strada ma alla ricerca di chi non c’è più, e come ogni vita che si spegne si inabissano senza fiatare nell’ovattato fluido che nasconde la fine del dolore.

Chiunque conosca la paura conosce quell’abbraccio che par forte e si scioglie con poco, e quelle braccia intricate sono nodi che ammanettano chiunque voglia ricordare tre giovani, come ognuno ha avuto possibilità di essere, gioendo della stessa libertà e di eguale rilassatezza agli avvertimenti della natura.

Tre ragazzi si completano in un abbraccio,

tre cuori spaventati strappati via da un fiume,

tre pensieri che insieme pregano la vita di non fuggire,

tre nomi diversi che significano l’incoscienza dell’essere giovani.