βPer loro ammirazione e gratitudineβ il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della cittΓ metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace, nella sala del Consiglio comunale,Β ha avuto lβonore di ricevere, e premiare con una targa celebrativa, una delegazione di camici bianchi caraibici che hanno prestato un encomiabile servizio nelle aziende sanitarie eΒ ospedaliereΒ calabresi. βCinquefrondi, ribattezzato dalla stampa nazionale Comune dei diritti e famoso per integrazione e accoglienza, con commossa riconoscenza ringrazia i medici cubani per la competenza e la passione e tributa loro un gesto semplice di sincera amicizia, di solidarietΓ internazionale, cooperazione e aiuto reciproco tra i popoli quando, soprattutto nei momenti di crisi, rimanere uniti Γ¨ ancora piΓΉ difficile. In questo modo- spiega il primo cittadino- vogliamo contribuire a rafforzare i legami tra i nostri Paesi e le nostre culture, con lβauspicio della fine dellβembargo che colpisce la popolazione in violazione aperta dei diritti umani e del diritto internazionale. La gente – continua Conia- prova per loro un grande affetto e una profonda ammirazione per lβimportante lavoro svolto nelle strutture del servizio sanitario regionale calabrese. Non a caso il Nobel per la pace, la cui candidatura risale ai tempi del Covid, sarebbe stato piΓΉ che meritato.
Gli specialisti del contingente cubano esperti e scrupolosi hanno lavorato, e lavorano tuttora, gomito a gomito con il personale medico e paramedico delle strutture calabresi per salvare vite umane. Cardiologi, radiologi, anestesisti, pediatri, ginecologi, ematologi, medici di medicina generale hanno accettato di lasciare per qualche tempo le loro famiglie per venire a lavorare negli ospedali calabresi, aiutando la Regione a fronteggiare lβemergenza sanitaria e la carenza di personale negli ospedali. Questa cerimonia celebrativa e lβesperienza degna di lode dei medici caraibici mi induce a riflettere sullβattualitΓ politica e sulla condizione sanitaria in cui verte la nostra regione. Infatti, non posso tralasciare che in queste settimaneΒ nelle piazze italiane, centinaia di militanti sono impegnati nella campagna raccolta firme per lβindizione del referendum abrogativo della Legge sullβautonomia differenziataΒ e nella mia audizione del 14 marzo scorsoΒ in Commissione Affari costituzionali della Camera, nellβambito dellβesame del DDL Calderoli, ho illustrato, con dati alla mano,Β in che modo il progettoΒ di Autonomia differenziata possa approfondire il solco delle diseguaglianze territoriali giΓ esistenti nel SSN, colpendo il diritto alla cura da Nord a Sud , prendendo in esameΒ lβaumento della mobilitΓ sanitaria, le liste di attesa sempre piΓΉ lunghe, la carenza di personale medico e paramedico che, in questβultimi anni, Γ¨ andato in pensione. Infatti- continua il primo cittadino- incrociando i dati della Fondazione Gimbe e del rapporto SVIMEZ – Save the children si evince che Γ¨ la Calabria ad avere il triste primato della migrazione sanitaria, ovvero dei flussi di pazienti che si spostano fuori regione per curarsi, con una mobilitΓ oncologica che raggiunge il 43%. Γ inaccettabile- conclude Conia- che nel 2022 il 7,2% dei calabresi abbia rinunciato a curarsi dichiarando di non disporre di soldi per far fronte alle spese mediche presso le strutture private per ridurre i tempi di attesa, con una diminuzione della spesa annuale delle famiglie calabresi calata del 15% in un anno. Critico anche lβaumento della migrazione sanitaria dei pazienti in etΓ pediatrica con punte del 23,6% in Calabria che Γ¨ ultima anche per la prevenzione oncologica dove solamente il 42,5% delle donne tra i 50 e i 69 anni si Γ¨ sottoposta ai controlli. Se la Legge sullβautonomia differenziata non sarΓ abrogata, a pagarne le conseguenze sarΓ non solo chi non vedrΓ rispettato il proprio diritto alla salute costituzionalmente garantito, ma anche medici e personale che, con lβinaccettabile progetto secessionista, rischiano di veder indeboliti i propri diritti di lavoratori e lavoratriciβ.
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