La mostra “Teofanie. Apparizioni contemporanee”. Giovanni Longo e Giuseppe Negro” fortemente voluta e ideata dalla Dott.ssa Stefania Fiato, storica dell’arte e docente e, allestita dall’architetto Beatrice Bruzzì è stata inaugurata il 7 agosto 2022 e sarà visitabile fino all’ 11 settembre 2022 (da martedì a domenica, h 9-20) presso il Parco archeologico nazionale di Locri nel complesso museale del Casino Macrì.

Il Parco Archeologico riprende con questa mostra la sua attività di apertura al contemporaneo privilegiando giovani artisti calabresi che spiccano nel panorama nazionale come Giuseppe Negro e Giovanni Longo.

La mostra “Teofanie” sostenuta dall’amministrazione comunale, patrocinata dall’ Accademia di Belle Arti di Catanzaro, è la dimostrazione che la storia può dialogare con la contemporaneità e da questo incontro i siti archeologici vengono valorizzati dallo sguardo moderno delle opere esposte, sculture e installazioni site- specific pensate e create in sinergia con il passato che le accoglie.

All’inaugurazione della mostra sono intervenuti il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, l’assessore Domenica Bumbaca, la direttrice del parco Elena Trunfio, l’architetto Beatrice Bruzzì e l’archeologa Margherita Milanesio e l’ideatrice della mostra Stefania Fiato.

Il vernissage è stato partecipatissimo 335 visitatori che, oltre ad ammirare la mostra, hanno potuto degustare i vini della cantina Lento e della cantina Macrì, concludendo la serata in dolcezza con i dolci del Bar Scocchieri con il sottofondo musicale offerto dall’ Accademia Senocrito. 

Durante la serata si è concluso il Premio Giugno Locrese 2022 con il conferimento del Premio Arte Città di Locri con la consegna di una scultura dell’artista Mariella Costa a Giovanni Longo, artista e scultore di origine locrese, per la sua arte innovativa ma al contempo legata al territorio di appartenenza, anche all’ artista e docente Giuseppe Negro è stato conferito un riconoscimento per le sue opere.

L’artista contemporaneo osserva il paesaggio urbano, il labirinto in noi stessi, il bene e il male, il bello e l’orribile, contrasti presenti in ogni uomo e non può più voltarsi dall’altra parte e rappresentare realtà irreali.

Oggi l’artista ha il potere di puntare i riflettori su temi di attualità, può esprimere il suo punto di vista e far riflettere lo spettatore sulla condizione umana contemporanea.

Quello che emerge dalle opere è la riflessione sulla precarietà della vita, un presente instabile e dalle sembianze deformi, opere fragili e delicate, allegorie dell’esistenza quelle di Longo dai toni chiari che contrastano con il nero del legno bruciato che assurge a metafora di vita di Negro.

Due artisti che hanno la vocazione al recupero, rileggono e rivisitano il passato dando nuova vita a materiali lignei che percorrono senza una meta le fiumare calabresi. 

Il ritorno alle radici, all’Anima per non perdersi nell’oblio.